CINEMA DEL PASSATO
PAVULLO NEL FRIGNANO - "Il cinema ritrovato" è il titolo della rassegna che verrà proiettata al cinema teatro Mac Mazzieri dal 20 gennaio al 17 febbraio 2016.
Il programma dettagliato è il seguente:
Mercoledi’ 20 gennaio ore 21.00
METROPOLIS
di Fritz Lang   (Germania/1925-27, 149')

Interpreti e personaggi: Brigitte Helm, Alfred Abel, Gustav Fröhlich, Rudolf Klein-Rogge, Heinrich George, Fritz Rasp, Theodor Loos, Erwin Biswanger, Olaf Storm, Hans Leo Reich, Heinrich Gotho.
Alla sua uscita, nella primavera del 1927, Metropolis aggredisce e sconcerta il pubblico dell’epoca. Si trasformerà in un film d’impatto inesauribile sull’intera storia del cinema, capostipite della fantascienza, capace di nutrire ogni nuova visione ‘assolutamente moderna’, fino a Brazil, a Blade Runner, ad Avatar. Fantasia distopica su un mondo verticalmente diviso, l’avveniristica città dell’intelletto e del potere e il sottosuolo della forza lavoro, Metropolis è un capolavoro laddove trascende il proprio mai risolto messaggio sociale (rivoluzione o conciliazione?): nella prodigiosa intuizione con cui osserva una città vera, New York, e la ricostruisce come grandiosa icona d’ogni futuro oltreumano. Straordinari effetti speciali, movimenti di masse in rivolta, trecento giorni di riprese, trentaseimila comparse, cinquecento grattacieli di settanta piani, e al centro di tutto l’ambigua Maria, vergine e androide: “Uno dei film più stupefacenti del cinema espressionista tedesco, uno dei rari film muti in grado di rappresentare ancora qualcosa per il grande pubblico di oggi”.
(Jacques Lourcelles)



Mercoledi’ 27 gennaio ore 21.00
AMARCORD
di Federico Fellini (Italia-Francia/1974, 127')
Interpreti: Bruno Zanin, Pupella Maggio, Armando Brancia, Stefano Proietti, Giuseppe Ianigro, Nandino Orfei, Ciccio Ingrassia, Carla Mora, Magali Noël, Luigi Rossi, Maria Antonietta Beluzzi, Josiane Tanzilli.
Esattamente vent’anni dopo avere raccontato la storia di una fuga dalla provincia in I vitelloni, l’autore ritorna in quel piccolo mondo, ricostruendo gli ambienti della sua adolescenza a Cinecittà e a Ostia. La famiglia che vediamo rievocata nel film è quella dell’amico d’infanzia Titta Benzi e intorno a lui pullula un’umanità descritta con tinte sanguigne e linee grottesche (soprattutto i rappresentanti delle istituzioni, il clero e i gerarchi fascisti), con tenera sensualità (Gradisca) e un’ironia al tempo stesso affettuosa e graffiante. La vitalità delle figure che popolano il film (compresa l’emarginata ninfomane Volpina) cela una sotterranea, profonda malinconia. Il piccolo borgo romagnolo degli anni Trenta riassume una delle più penetranti immagini dell’Italia secondo Fellini: un piccolo mondo immaturo e conformista, succube di un regime becero e mistificatore, o tristemente impotente di fronte alle sue violenze.
Restauro realizzato da Cineteca di Bologna con il sostegno di yoox.com e il contributo del Comune di Rimini. In collaborazione con Cristaldifilm e Warner Bros.



Mercoledi’ 3 febbraio ore 21.00
PER UN PUGNO DI DOLLARI
di Sergio Leone (Italia/RFT/Spagna 1964, 100’)
Interpreti e personaggi: Clint Eastwood, Gian Maria Volonté, Marianne Koch, Margarita Lozano, Bruno Carotenuto, Antonio Prieto, Wolfgang Lukschy, José “Pepe”Calvo, Mario Brega.
In un certo senso, Sergio Leone sentiva che Hollywood non sapeva più creare la magia che lo aveva incantato da giovane. I western erano diventati troppo convenzionali e verbosi […]. Leone intuiva che le vecchie favole stavano svanendo e sentiva che “non sarebbe stato possibile rimpiazzarle”. Si poteva far rivivere l’incanto concentrandosi su dettagli convincenti, facendo uno sforzo per mantenere la favola il più possibile realistica, sottolineando l’imprevedibilità, accentuando “lo spettacolo” e creando un eroe in sintonia con i tempi. Ed era affascinato dal meccanismo che permette al cinema di proporsi come moderna forma di mito. Da “Per un pugno di dollari” in poi, Leone vuole farci credere alle sue favole e fa di tutto perché ciò avvenga, ma nel contempo non vuole che ci crediamo. Per prendere le distanze usa l’ironia, l’umorismo e la voce di un personaggio che dice “Mi sembra di giocare agli indiani”. Insomma, vuole avere tutto. […] Sergio Leone faceva film western ambientati in un’altra epoca e in un altro paese, in un passato insieme storicamente accurato e simile a un sogno. Invece di raccontarci le sue storie alla maniera hollywoodiana (come aveva imparato a fare), le abbelliva, trasformava la grammatica del film in una sorta di retorica e generalmente aveva nei confronti del western l’atteggiamento di un manierista alle prese con un soggetto biblico. Una delle caratteristiche salienti del western era il paesaggio, e Leone usò i paesaggi in maniera spiazzante, ora riempiendoli di faccioni ora distanziandosi per lasciarli sorprendentemente vuoti. Piuttosto che invocare i valori morali tradizionali del western, trasformò il genere in un muscoloso carnevale mediterraneo popolato da canaglie e da imbroglioni.
(Christopher Frayling)
Restauro promosso da Fondazione Cineteca di Bologna, Unidis Jolly Film, The Film Foundation, Hollywood Foreign Press Association e realizzato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata.



Mercoledi’ 10 febbraio ore 21.00
IL GRANDE DITTATORE
di Charlie Chaplin (The Great Dictator, USA/1940, 126')
film in lingua originale con sottotitoli in italiano
Interpreti: Charlie Chaplin, Paulette Goddard, Jack Oakie, Henry Daniell, Reginald Gardiner, Billy Gilbert, Maurice Moskovitch.
"Mentre ero a metà del Dittatore cominciai a ricevere allarmanti comunicazioni da parte della United Artists. L'ufficio Hays li aveva avvertiti che stavo per cacciarmi nei guai. Anche quelli della sede inglese erano molto preoccupati all'idea di un film antihitleriano e dubitavano che lo si potesse proiettare in Gran Bretagna. Ma io ero deciso a tirare avanti, perché Hitler doveva essere messo alla berlina. Se avessi conosciuto gli orrori dei campi di concentramento tedeschi non avrei potuto fare “Il Dittatore”; non avrei certo potuto prendermi gioco della follia omicida dei nazisti. Ma ero ben deciso a mettere in ridicolo le loro mistiche scemenze sulla purezza del sangue e della razza. [...] Altre lettere preoccupatissime mi furono spedite dall'ufficio di New York, per implorarmi di non fare il film, dichiarando che non sarebbe mai stato proiettato né in Inghilterra né in America. Ma io ero deciso a portarlo a termine, avessi anche dovuto noleggiare personalmente le sale da proiezione".

(Charlie Chaplin)



Mercoledi’ 17 febbraio ore 21.00
NOSFERATU
di Friedrich Wilhelm Murnau (Eine Symphonie des Grauens, Germania/1921, 106')
Interpreti: Max Schreck, Greta Schröder, Ruth Landshoff, Gustav von Wangenheim, Alexander Granach, Georg Heinrich Schnell, John Gottowt, Gustav Botz, Max Nemetz.

"Il film capitale del cinema muto". Dal Dracula di Bram Stoker, la storia immortale di Nosferatu, il non-morto che semina la peste, assorbe e spegne le forze vitali, attenta all'equilibrio dell'universo, finché un sacrificio femminile fara sorgere l'alba sulla città liberata. "Sul piano formale, il film si allontana dall'espressionismo e lo trascende: prima d'ogni altra cosa per l'importanza che vi ha la Natura, per l'impressionante varieta di esterni reali che ne accrescono il romanticismo magico. Murnau s'abbandona totalmente al suo gusto della polifonia e del contrappunto, sul piano drammatico e cosmico. Nosferatu è prima di tutto un poema metafisico nel quale le forze della morte mostrano la vocazione - una vocazione inesorabile - ad attirare a sé, aspirare, assorbire le forze della vita, senza che nella descrizione di questa lotta intervenga alcun manicheismo moralista".
(Jacques Lourcelles)




Ingresso unico: €. 5,00

Abbonamento 5 film a scelta: € 20,00

(valido per tutte le rassegne fino al 30/06/2016)

L’abbonamento sarà in vendita negli orari e giorni di apertura della sala.

Tutti i film inizieranno alle ore 21,00 (spettacolo unico).

La direzione si riserva la facoltà di apportare, al presente programma, modifiche che si rendessero necessarie per cause di forza maggiore.




18/01/2016

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Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it