SAN POLO. “L’unico modo per sconfiggere il terrorismo è cessare la guerra, l’unica via è la pace”. Con passione travolgente Moni Ovadia ha cantato e recitato il suo inno alla pace, per oltre due ore, senza sosta, con le parole semplici di soldati costretti alla guerra, o di grandi filosofi e intellettuali, incantando le oltre quattrocento persone che riempivano piazza Matteotti.
L’evento era organizzato dalla locale sezione Anpi, dal Comune di San Polo e da S.Polo in vetrina in collaborazione con Circolo Arci Pontenovo, Spi-Cgi e Auser. All’inizio dello spettacolo sono intervenuti Edmondo Grasselli, vicesindaco del Comune di San Polo, Ermete Fiaccadori, presidente dell’Anpi provinciale e Gino Caraffi, presidente dell’Anpi di San Polo.
Accompagnato dal fisarmonicista Giampietro Marazza, Ovadia ha raccontato la storia del pacifismo e dell’antimilitarismo culturale.
Da Bertolt Brecht ad Albert Eistein e Bertrand Russel, dal manifesto delle suffragette contro la prima guerra mondiale, a Sigmund Freud, da Charly Chaplin a John Lennon e Bob Dylan, da Gandhi a Gino Strada, un’unica grande voce: no alla guerra.
Ma anche la sua voce, forte e chiara, per ricordare i 26 milioni di soldati dell’Armata Rossa morti nella seconda guerra mondiale: “Nessuno li commemora perché all’epoca c’era Stalin, eppure sono morti per noi e a me hanno salvato la vita perché con la mia famiglia vivevo in Bulgaria e loro ci hanno liberato, altrimenti saremmo morti nei campi di concentramento”.
“Io sono iscritto all’Anpi perché anche i partigiani mi hanno salvato la vita”.
“Oggi il 90 per cento delle vittime delle guerre anche quelle cosiddette umanitarie sono civili”.
Forte e chiara la condanna per la politica di Israele sulla Palestina con le parole del giornalista israeliano Gideon Levy che in un articolo ha scritto “Israele non vuole la pace e non vuole giustizia”. “Gideon Levy è un giornalista straordinario e vive sotto scorta. Alcuni mi definiscono un ebreo antisemita, ed io rispondo che non parlo con i cretini”.
Al termine del concerto, in tanti sono andati a salutarlo e a complimentarsi con lui come Giorgio Ghio, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di San Polo, e anche un giovane palestinese che studia a Parma, è andato a stringergli la mano: Moni Ovadia lo ha accolto calorosamente e nel salutarlo lo ha esortato, dopo gli studi, a tornare in Palestina “perché c’è bisogno di giovani che si impegnino”.
A conclusione dello spettacolo Moni Ovadia ha coinvolto un gruppo di sampolesi e fra loro anche il vicesindaco Edmondo Grasselli, per cantare il ritornello della canzone di John Lennon “Give peace a chance” mentre leggeva frasi famose contro la guerra.
“E’ un coro straordinario e prossimamente andrà alla Scala” ha commentato scherzosamente.
Prima di andarsene ha salutato dicendo: “Buon impegno San Polo! Vivi, cresci e prospera!”.
31/08/2016
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it