FIORANO - Il Castello di Spezzano si è rivelato la migliore cornice per la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Don Luigi Ciotti consegnata venerdì sera 5 maggio 2017. la Sala delle Vedute, così piena di gente, era nel contempo solenne e appassionata, con la storia rappresentata dalle vedute dei possedimenti Pio sulle pareti, il presente con tutte le istituzioni del territorio e il futuro con il sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi Luca Righi, a fianco di Don Ciotti e del sindaco Francesco Tosi.
Erano presenti il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il prefetto Maria Patrizia Paba, il questore Paolo Fassi, i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, i sindaci di Castelfranco, Nonantola, Carpi, Polinago, Prignano sulla Secchia, Maranello, Formigine, Sassuolo e diversi assessori, il sen. Stefano Vaccari, il consigliere regionale Luciana Serri, il cittadino onorario Franco Stefani, l’Avv. Enra Rando di Libera, oltre ai consiglieri comunali di Fiorano Modenese.
Il presidente del Consiglio Comunale Monica Lusetti ha letto la delibera di conferimento ricordando gli articoli dello Statuto: “La comunità locale fioranese è costituita dall'insieme dei cittadini e dei loro molteplici e complessi valori culturali, spirituali e religiosi, sociali ed economici, e, come tale, è portatrice di un proprio patrimonio di storia e di tradizioni in cui la comunità stessa si riconosce. Ad essa appartengono tutti i cittadini, che, in forma singola o associata, in essa vivono e si riconoscono o che ad essa si rapportano in modo continuativo, nonché tutti coloro che da essa ed in essa vengono accolti. Nel rispetto della libertà e dei valori di ogni singolo cittadino, il Comune di Fiorano Modenese contribuisce alla costruzione di un forte senso di appartenenza alla comunità locale. Il Comune di Fiorano Modenese rappresenta e cura unitariamente gli interessi della comunità fioranese, ne promuove lo sviluppo ed il progresso civile, sociale ed economico e garantisce la partecipazione dei cittadini, singoli o associati, alle scelte politiche e amministrative della comunità. Promuove e garantisce, altresì, l'azione di quanti, in forma singola e associata, concorrono assieme al Comune allo sviluppo della comunità locale e al consolidamento dei valori fondamentali del vivere sociale”.
Sono poi intervenuti i rappresentanti dei gruppi consiliari: Simona Baldaccini del Partito Democratico (“Non possiamo come istituzioni non spenderci, non possiamo come cittadini non testimoniare”); Giuseppe Amici del Movimento 5 Stelle (“Ogni nazione e ogni cittàha bisogno di cittadini che si impegnano. La coerenza è un valore fondamentale; la legalità non è una medaglia da appendere al petto o una cerimonia di facciata”); Pantelis Assimakis del Gruppo Misto (“L’accoglienza di Dionon ha limiti e non ha esclusioni; Don Ciotti uomo di Dio, da cui speriamo i giovani prendano esempio”).
Il presidente Stefano Bonacini ha ricordato le troppe lapidi e i troppi monumenti ai caduti per la lotta alle mafie, ma c’è un grande impegno perché la legalità si affermi. Ha ricordato come l’Emilia-Romagna, dal dopoguerra ad oggi, sia passata da regione fra le più povere ad una delle più avanzate e quindi appetibile per le mafie. “Ci possono essere opinioni diverse, ma deve esserci una condivisa forte etica politica”, ricordando a questo proposito la legge per la legalità, approvata all’unanimità.
Il sindaco Francesco Tosi ha rivolto il suo primo ringraziamento alla scorta. Il conferimento della cittadinanza onoraria a Don luigi Ciotti vuole essere un messaggio alle organizzazioni mafiose: “Non sono gradite e non troveranno collaborazione da tutte le istituzioni e dai cittadini”. In Don Ciotti il sindaco vede testimoniati i valori della Costituzione. “Ciò che fa scattare l’impegno è la testimonianza; non sono le parole e i proclami. Bisogna essere testimoni credibili”.
Francesco Tosi ha quindi regalato al Sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi il libro di Don Luigi Ciotti ‘Etica e politica’. A Don Luigi Ciotti dona una pergamena con le motivazioni del conferimento della cittadinanza onoraria, una stampa raffigurante la Beata Vergine del Castello di Fiorano, una copia del libro ‘Fiorano Modenese. Una città, una comunità’ e una confezione di aceto balsamico donata dall’Acetaia del Riccio di Mario Bettini e Ginevra Manfredini.
Don Luigi Ciotti ha fatto un lunghissimo intervento, riprendendo e ampliando quanto aveva detto anche nell’incontro con la stampa:
“Il conferimento della cittadinanza onoraria mi fa piacere, ma non è a me, persona piccola e fragile. C’è un noi: il Gruppo Abele, le 1600 associazioni a livello nazionale che Libera coordina”.
“4.600.000 persone in Italia vivono in povertà assoluta, 1.100.000 sono bambini. Chi è povero non è libero. La mafia e la corruzioni sono contro la libertà, stanno con i più forti. C’è bisogno ogni giorni di una nuova Liberazione, di una nuova Resistenza”:
“Mafia e corruzioni sono i parassiti della società. Nel 1900 Don luigi Sturzo ricordava come la mafia avesse i piedi in Sicilia, ma la testa a Roma e sarebbe arrivata più a nord, fino a superare le Alpi”.
“Ci sono segnali di cambiamento: Palermo non è la stessa di 25 anni fa; l’80% delle Università Italiane ha corsi per approfondire la conoscenza delle mafie e della criminalità organizzata. La confisca dei beni è un segnale importante perché restituisce alla comunità u beni mafiosi, con ville che diventano asili e centri per anziani”.
Don Ciotti dedica un ricordo particolare a Ivan Cicconi, l’ingegnere bolognese, recentemente scomparso, eroe silenzioso, il massimo studioso dei meccanismi degli appalti, dell’intreccio fra criminalità organizzata, economica e politica.
“La corruzione e le mafie rubano a noi e bisogna colpire le cause di un male sociale, culturale, criminale”.
“Dobbiamo combattere non solo chi fa il male, ma quanti guardano e lasciano fare. Dobbiamo avere il coraggio di essere più coraggiosi”:.
Ha riassunto un’indagine fra i giovani sulle cause della mafia che loro attribuiscono prima di tutto alla classe dirigente, poi alla mentalità dei cittadini mentre mettono soltanto al terzo posto la mancanza di coraggio dei cittadini. Poi al quarto le scarse opportunità di lavoro.
Per il 47% dei giovani la mafia è più forte dello stato e soltanto il 13% crede il contrario.
Don Luigi ha espresso la preoccupazione delle fonti di informazioni dei giovani perché il 55% utilizza uno strumento passivo come la Tv, mentre le notizie su internet sono la fonte per il 36%, i libri per il 25%, il cinema per il 18% e la radio per il 4%. “Dobbiamo investire sui giovani. La conoscenza è la via maestra del cambiamento”.
“La legalità non è un idolo o un progettificio retorico; non può essere ridotta all’ambito educativo della scuola ma deve incidere nella vita. No alla legalità malleabile, sostenibile”, si potrebbe dire accomodante. “La legalità è una battaglia e uno strumento per la giustizia, indispensabile per la civiltà”.
“La democrazia senza la responsabilità non sta in piedi. Guai se non sentiamo la nostra parte di responsabilità. Si commuovono ma non si muovono. Bisogna accogliere gli altri per accogliere se stessi, riconoscere gli altri per riconoscere se stessi. La formazione è importante per prendere coscienza dei cambiamenti”.
“C’è la pericolosissima moda dell’indignazione: dati una mossa”. Ha ricordato l’appunto lasciato da Don Puglisi pochi giorni prima di essere ucciso con le richieste per il presidente della Commissione Antimafia che lo avrebbe incontrato: “1 scuola media, 2 consultorio, 3 asilo nido, 4 palestra: dobbiamo saldare la terra con il cielo, essere innamorati di Dio e innamorati della gente”.
06/05/2017
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it