AREA CERAMICHE - Alla vigilia della firma del ‘Nuovo protocollo interistituzionale per la tutela dei minori in situazioni di disagio, sospetto abuso e maltrattamento’, si è svolta martedì 24 maggio presso la sede del Settore Politiche Sociali dell’Unione dei Comuni del Distretto Ceramico, la conferenza stampa per illustrare il nuovo documento e soprattutto per parlare della ‘funzione di tutela dei minori’ svolta dall’Unione.
Sono intervenuti il sindaco di Fiorano Modenese Francesco Tosi, assessore alle Politiche Sociali dell’Unione dei Comuni, che firmerà il protocollo per conto dell’Unione, la dirigente del settore Politiche Sociali, Flavia Giovanardi e la responsabile del Servizio Sociale Tutela Minori Marina Frigieri. Presente anche il sindaco di Formigine Maria Costi.
Lo scopo del protocollo è creare una rete di coordinamento tra i diversi attori del territorio per azioni comuni di tutela dei minori, di lotta agli abusi e alla pedofilia, di conoscenza e godimento dei diritti dell’infanzia.
Il Servizio Tutela Minori dell’Unione dei Comuni del Distretto Ceramico ha svolto un ruolo importante nella definizione del documento, che verrà sottoscritto dalle più importanti istituzioni del territorio che si occupano di minori: dalla Prefettura di Modena, Enti locali, azienda Usl di Modena, Azienda Policlinico, Rete delle Istituzioni Scolastiche autonome della provincia, Associazione delle scuole superiori di secondo grado di Modena, Ufficio Scolastico Regionale, Forum Provinciale del Terzo Settore.
“La firma del protocollo – ha spiegato il sindaco Francesco Tosi – costituisce l’opportunità per sottolineare ancora una volta quanto sia delicato e complesso questo ambito, per cui nel trattare le diverse situazioni la riservatezza è d’obbligo. Da qui la scelta di rispetto e silenzio fatta dall’Unione, la cui intenzione è quella di non intervenire mai con dichiarazioni nel merito di singoli casi, anche a fronte di articoli che raccontano solo una versione parziale della vicenda, chiedendo anche ai media collaborazione nel comprendere la riservatezza e delicatezza della questione.”
“Il Servizio Sociale, nella competenza relativa alla tutela dei minori - ha precisato la dirigente del settore Politiche Sociali dell’Unione, Flavia Giovanardi - ha un mandato istituzionale definito dalla legge e, nella stragrande maggioranza delle situazioni, si muove su richiesta diretta della magistratura e sempre con estrema cautela. Non esiste l’arbitrio o il potere decisionale di un singolo operatore. Accendere i riflettori su vicende delicate può fare passare messaggi allarmanti nell’opinione pubblica. Occorre invece conoscere che esiste un sistema dotato di competenza, professionalità e sensibilità, che ha come obiettivo del suo operato è sempre e soltanto la protezione del soggetto minore e che viene sottoposto a valutazione e controlli. Il protocollo che verrà firmato si pone l’obiettivo di creare un modello di intervento nelle diverse situazioni il più possibile uniforme sul territorio provinciale”.
L’incontro è stato anche l’occasione per meglio conoscere ed illustrare il ruolo del Servizio Sociali Tutela Minori, di competenza dell’Unione dei Comuni del Distretto Ceramico, insieme ad altri servizi per l’infanzia e le famiglie, come il Servizio Politiche per la Famiglia, Infanzia, Adolescenza e il Servizio Coordinamento 0/6.
Il Servizio di Tutela Minori prende in carico le situazioni di maltrattamento, incuria, disagio, abbandono e abuso, in raccordo con l’autorità giudiziaria; svolge funzioni relative alla vigilanza, protezione e tutela dei minori di fronte a difficoltà e carenze nella gestione del ruolo genitoriale, anche in assenza di una richiesta diretta della famiglia, inclusa la collocazione di minori in istituti e comunità; assume provvedimenti di protezione ex art. 403 cc, esercizio dell’ufficio di tutore ex art. 354 cc; prende in carico minori stranieri non accompagnati; effettua interventi conseguenti alla separazione dei genitori, alla conflittualità intrafamiliare, ad adozioni e affidi; effettua interventi di sostegno economico per le famiglie.
“Si tratta di un servizio che vanta una certa stabilità e che rappresenta un’eccellenza a livello provinciale – ha sottolineato Marina Frigieri, responsabile del Servizio Sociale Tutela Minori dell’Unione – Gli operatori sono continuamente formati e nessun intervento è mai improvvisato, ma condiviso dall’organizzazione che è volutamente gerarchica e controllata anche dagli amministratori. Per questo il nostro distretto ha avuto una parte importante nella definizione di questo protocollo, che recepisce anche i più recenti aggiornamenti normativi e definisce regole condivise a cui tutti i sottoscrittori sono chiamati ad attenersi, muovendosi allo stesso modo. Se ne sentiva l’esigenza visto che l’ultimo documento del genere risale infatti al 2003”.
I numeri e l’attività
Il bilancio del Servizio Sociale Tutela Minori è passato dai 2.143.089 euro del 2012 ai 2.341.938 del 2015, suddivisi per queste voci di spesa: rette di comunità 1.203.000 euro, affidi 205.879 euro, contributi minori in disagio economico 123.321 euro, psicologi servizi minori 141.114 euro.
Nel 2015 sono stati in carico al Servizio 663 casi (nuclei familiari), per un totale di circa 850 minori. Di questi 663 casi, cui 149 sono arrivati nel corso dell’anno, con 14 nuove istruttorie di adozione (40 i casi in continuità dal 2014); 6 i minori in post adozione (30 i casi in continuità dal 2014).
I casi di devianza e rischio di delinquenza presi in carico con un’indagine conoscitiva e l’elaborazione di un progetto educativo individualizzato sono stati 50, 10 le istruttorie effettuate in seguito a richieste dell’Autorità Giudiziaria nel 2015, mentre i casi in carico sono 98.
I minori vittime di maltrattamento e abuso sessuale presi in carico nel 2015 sono 3, ma
altri 15 sono seguiti dagli anni precedenti. I minori vittime di maltrattamento intrafamiliare, violenza assistita, incuria, trascuratezza, discuria e abbandono sono stati 256 nel 2015 e 50 le indagini socio-familiari per situazioni di rischio e/o pregiudizio al di fuori dei casi sopra specificati; 9 sono i casi in cui è stata effettuata una indagine psico-sociale richiesta dall’Autorità Giudiziaria. Negli ultimi anni si è registrato in particolare un aumento dei casi di violenza assistita (tra partner), dovuto probabilmente ad un maggiore numero di segnalazioni rispetto al passato.
Sono stati 53 gli incontri protetti e semi-protetti per i quali il servizio viene incaricato dall’Autorità Giudiziaria, riconducibili essenzialmente alla tutela minori e alle separazioni conflittuali, con una frequenza generalmente settimanale.
Sul fronte dei rapporti con l’Autorità Giudiziaria nel 2015 sono state 395 le segnalazioni e le relazioni inviate al Tribunale per i Minorenni, al Tribunale Ordinario sezione Civile, alla Procura di Modena sezione penale, al Giudice Tutelare, alla Procura Minorile; 61 sono state le indagini socio-familiari richieste dall’Autorità Giudiziaria e 75 quelle psico-sociali.
La spesa per le rette di comunità è destinata alle comunità educative residenziali e comunità educativo-integrate (616.654 euro), ai collocamenti in strutture per gestanti e per madre con bambini (109.814), a strutture educative o di pronta accoglienza per minori stranieri non accompagnati (219.221 euro), ad appartamenti protetti per donne con figli minorenni in uscita dal circuito della violenza, per l’ospitalità temporanea in urgenza (da un minimo di uno ad un massimo di tre mesi) fino a 3 nuclei contemporaneamente (60.264 euro), a comunità educative semi – residenziali per preadolescenti e adolescenti a rischio di allontanamento per situazioni di disagio o devianza (192.117).
Nel 2015 i minori inseriti in comunità educative o integrate sono state 21; 4 le madri con minori inserite in comunità/alloggi protetti; 10 i minori stranieri non accompagnati inseriti in comunità; 9 le madri con minori vittime di violenza inserite in alloggi di emergenza; 45 i minori inseriti in percorsi di comunità semiresidenziale; 26 i minori usciti dalla comunità residenziale.
Il Servizio Tutela Minori con il ‘Progetto Affido’ risponde all’esigenza di mantenere la collocazione dei minori nel loro contesto di vita o, nei casi più gravi, all’interno di un contesto di tipo familiare. Su questo progetto il Servizio ha investito molto fin dal 2011. Nel 2015 sono stati 33 i progetti affido a tempo pieno; 16 i progetti di sostegno familiare, 7 i minori inseriti in casa famiglia, 7 le istruttorie di affido. Sono 52 le famiglie affidatarie che hanno un rapporto di collaborazione con il servizio per questo tipo di progetti.
Il Servizio Tutela Minori interviene poi sul fronte degli adolescenti devianti o a rischio di devianza con laboratori come quello teatrale, con convegni, partecipazione ai Mondiali Antirazzisti, con il progetto di ‘Pronto intervento emergenza minori’, con il progetto ‘Scuola Bottega’ e per le neo-mamme o le mamme in attesa con il progetto ‘Mamme oltre il blu’, con il progetto ‘Gravidanze multiproblematiche’ e con attività di consulenza.
24/05/2016
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it