NUOVE CURE CONTRO L' INFARTO
REGGIO EMILIA   - La Cardiologia del Santa Maria Nuova ha partecipato allo studio “FIRE” i cui risultati potrebbero condurre alla modifica delle “Linee guida europee” nel trattamento dell’infarto del miocardio
Reggio Emilia secondo centro coinvolto per numero di pazienti arruolati: oltre 200 over 75 anni



I risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine (NEJM)



Al Congresso annuale della Società Europea di Cardiologia tenutosi dal 25 al 28 agosto ad Amsterdam sono stati presentati i risultati di un importante studio clinico internazionale FIRE (FunctIonal assessment in Elderly MI patients (ovvero “Rivascolarizzazione guidata dalla fisiologia coronarica in pazienti anziani con infarto). Ad esso ha partecipato come secondo maggior arruolatore di pazienti (dopo Ferrara) il centro di Emodinamica di cui è responsabile il dottor Vincenzo Guiducci all’interno della Cardiologia dell’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia diretta dal dottor Alessandro Navazio. Lo studio clinico prende in considerazione una popolazione di pazienti over 75 sottoposti ad angioplastica coronarica in corso di infarto miocardico acuto, che presentino una malattia significativa di più vasi coronarici.



I risultati dello studio sono stati accolti con particolare interesse da parte della comunità scientifica nell’ambito dell’appuntamento svoltosi nei Paesi Bassi. Lo studio multicentrico e randomizzato, per cui a Reggio Emilia sono stati arruolati 200 pazienti con età maggiore di 75 anni, con pregresso infarto miocardico acuto e trattati precocemente in sala di emodinamica tramite angioplastica del vaso colpevole, si era posto l’obiettivo di capire se fosse utile attuare una rivascolarizzazione sui vasi coronarici non responsabili direttamente dell’infarto. Il lavoro ha chiaramente dimostrato come sia utile trattarli, se indicato da un’attenta valutazione funzionale coronarica.

Dai dati emerge come intervenendo con angioplastica anche sui vasi coronarici circostanti non direttamente colpevoli dell’evento si ottiene una netta riduzione di alcuni rischi. Per coloro che sono stati sottoposti a rivascolarizzazione completa è stato rilevato un rischio composito inferiore di morte, infarto miocardico, ictus. Un evento di questi infatti si è verificato in 113 pazienti (15,7%) nel gruppo in cui sono stati trattati tutti i vasi e in 152 pazienti (21,0%) nel gruppo in cui è stato trattato il solo vaso colpevole dell’infarto.



Lo studio, svolto in collaborazione con la Cardiologia dell’Università di Ferrara e altri centri emiliano romagnoli, italiani ed europei, è stato pubblicato sulla autorevole rivista scientifica New England Journal of Medicine (NEJM) e vede tra gli autori il dottor Guiducci, secondo firmatario e principal investigator a Reggio Emilia e il cardiologo Gianluca Pignatelli.

Le conclusioni del lavoro sono talmente importanti, che a detta degli esperti, influenzeranno il comportamento e le scelte dei medici in futuro e potrebbero avere un impatto sulla stesura delle prossime “Linee guida europee” in materia. Il dottor Navazio commenta con grande soddisfazione il risultato raggiunto: “La pubblicazione di un articolo su una rivista così prestigiosa rende merito in primis agli autori, ma anche a tutto il gruppo che con il lavoro quotidiano e la sinergia tra i vari settori dell’Unità operativa permette di arrivare a importanti traguardi scientifici e clinici”.





ALLEGATO: in foto il team di Reggio che ha collaborato allo studio. Da sinistra Navazio, Pignatelli, Guiducci, Francesco Manca, Teresa Grimaldi, Elena Cioni, Linda Valli, Sergio Musto d’Amore.







08/09/2023

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Paolo Ruini
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