DANCAR E' VIDA: UN BEL PROGETTO
CASALGRANDE - L'associazione “Lascia un segno-onlus” in collaborazione con le parrocchie di Casalgrande e di Salvaterra hanno organizzato nella serata di martedì 27 settembre 2016 un momento di incontro con don Gabriele Burani missionario della diocesi di Reggio Emilia che lavora da alcuni anni nella parrocchia di Ipirà in Brasile. Alle ore 20.30 celebrazione della santa messa nella chiesa di Salvaterra e a seguire all’interno   dell’oratorio Giovanni Paolo II di Salvaterra don Gabriele ci aggiornerà della sua esperienza. Ipirà, comune di 60.000 abitanti e grande quanto la provincia di Reggio Emilia, si trova a 250 chilometri da Savador, nello stato di Bahia in Brasile. Qui grazie alla instancabile “voglia di fare” del don, si stanno portando avanti grazie anche alla collaborazione dell'associazione “Lascia un segno – onlus”, diversi progetti socio educativi rivolti ai ragazzi più poveri.“Dancar à vida” è infatti un progetto educativo che si rivolge ad oltre un centinaio di ragazzi a richio di abbandono scolostico; è composto da due strutture, una   inaugurata nel 2004 e una seconda nel 2007. In questi centri lavorano diversi educatori e volontari che con diverse attività di dopo scuola, aiuto nei compiti e di gioco, stimolano i ragazzi nell'autostima e nella coscienza di sé e delle proprie capacità.
La zona di Ipirà è inoltre molto arida, pertanto anche lì si stà procedendo alla costruzione nelle zone di campagna di cisterne per la raccolta di acqua piovana a scopi alimentari.
Le persone e gli animali infatti attingono alle stesse riserve costituite in tempo di pioggia, in buche scavate nel suolo a cielo aperto. L’acqua di queste ultime è molto sporca e provoca malattie anche mortali, in modo particolare ai bambini e agli anziani. Esistono vaste riserve d’acqua nelle grandi proprietà, ma la popolazione non può accedervi. Chi vuole avere acqua deve impiegare anche mezza giornata di cammino per raggiungere sorgenti che sono spesso di pessima qualità.

Le cisterne per raccogliere l’acqua piovana sono destinate alle famiglie più povere delle comunità e laddove il problema della siccità è più grande. Nelle comunità che beneficieranno di questo progetto saranno realizzati incontro formativi ed informativi.

Il tutto per arginare l’esodo dalla campagna verso le grandi capitali.






22/09/2016

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Paolo Ruini
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