UN PREMIO PER UNA RICERCA SUL COVID 19
REGGIO EMILIA - COVID 19, un premio a una ricerca sulla dignità dei pazienti e degli operatori sanitari durante la Pandemia. Il progetto di indagine qualitativa è stato realizzato da una psico-oncologa dell’IRCCS di Reggio Emilia
La dignità del paziente e dell’operatore sanitario sono al centro di un progetto di Ricerca curato dalla psicologa e psicoterapeuta dell’Unità di Psico-Oncologia dell’IRCCS di Reggio, Loredana Buonaccorso, che ha vinto il primo premio “Giuseppe De Martini” come miglior progetto di ricerca qualitativa nella sezione COVID-19 della Società Italiana di Cure Palliative (SICP).

Il riconoscimento è stato assegnato in occasione del XXVVII Convegno Nazionale della SICP che quest’anno si è svolto al Pala Congressi di Riccione dal 18 al 20 Novembre 2021. Il Progetto dal titolo “La percezione della dignità nei pazienti, nei famigliari e negli operatori sanitari durante il COVID-19: uno studio qualitativo basato sul Modello della Dignità” è stato realizzato in collaborazione con l’Unità di Cure Palliative, diretta dalla dottoressa Silvia Tanzi; l’Unità di Bioetica coordinata dalla dottoressa Ludovica De Panfilis; l’Unità Operativa di Malattie Infettive, diretta dal dottor Marco Massari con l’ausilio dell’infermiera Monica Cocchi; la biblioteca medica, direttore Maria Chiara Bassi e la Rete Locale di Cure Palliative, Ausl Modena, referente il dottor Gianfranco Martucci. Il lavoro coinvolge anche un importante centro mondiale di riferimento per gli studi sulla dignità nella relazione di cura in ambito assistenziale, CancerCare Manitoba, University of Manitoba, diretto dal professor Harvey Chochinov, dove la Buonaccorso si è formata. Lo studio è consistito in interviste qualitative rivolte a pazienti e operatori sanitari basate sul Modello della Dignità nei malati terminali ideato da Chochinov stesso. Le domande sono state calate nello specifico contesto della Pandemia e in particolare del primo lockdown. E’ stato coinvolto il reparto di Malattie infettive.



Dalle interviste ai pazienti è emerso che è sempre possibile valorizzare la dignità attraverso una relazione di cura che consenta di esprimere i propri valori e le proprie scelte, in riferimento a come volersi/potersi curare, al comprendere gli interventi e il decorso della malattia, alla propria religione, alle cose importanti per la vita del paziente. E’ possibile salvaguardare la dignità anche in condizioni ‘estreme’ come quelle che sono state vissute soprattutto durante il primo lockdown, se la relazione di cura è vissuta con consapevolezza da parte dei sanitari, ossia se si riconosce che la relazione di cura non è solo un atto medico-clinico, ma anche assistenziale e di presa in carico della sofferenza globale. Uno spazio all’interno del quale il paziente possa essere sostenuto affettivamente, psicologicamente e spiritualmente.



Gli operatori sanitari (medici e infermieri) sono stati intervistati oltre che sulla percezione della dignità dei pazienti, anche sulla percezione della loro dignità di professionisti che hanno dovuto lavorare in condizioni molto diverse rispetto al periodo precedente il COVID-19. Dalle interviste è emerso che la loro dignità è stata valorizzata ogni volta che i pazienti riportavano di sentirsi rassicurati e accolti nei loro bisogni, dalla cura del corpo fisico attraverso piccoli gesti (mettere i calzari, portare un cibo preferito, offrire una crema), al supporto dato ai famigliari e al favorire il contatto con loro. Ogni volta che gli operatori sanitari erano riconosciuti in ciò che facevano, pur con le difficoltà dettate dalle norme di contenimento, sentivano che la loro dignità di professionisti era valorizzata e che la loro assistenza aveva comunque un senso. La loro dignità è stata al contrario minata dal non poter più assistere come prima, per alcuni mesi, i pazienti che avevano in cura prima del COVID-19.



La presentazione è stata accompagnata dalle foto di Errico Tomaiuolo, infermiere del comparto chirurgico, scattate durante il primo lockdown e pubblicate nel libro Solo con gli occhi, donato agli operatori dell’Arcispedale. Durante lo stesso convegno l’Azienda USL-IRCCS è stata ulteriormente premiata con l’Unità di Bioetica e l’Unità di Cure Palliative, guadagnandosi il II e il III posto nella categoria best E-Presentation. Il Progetto è seguito ad altre ricerche condotte sempre dallo stesso gruppo sul tema della dignità.

Per approfondimento: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33650916/ ; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33621595/











ALLEGATO: in foto da sinistra Tanzi, Buonaccorso e De Panfilis




13/12/2021

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Paolo Ruini
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