COME CAMBIERÀ IL NOSTRO CLIMA
REGGIO EMILIA - Mercalli a Reggio mercoledì 16 ottobre alle 20.30. Ecco come cambia l’areale Padano della Mab Unesco col cambiamento climatico Come potranno cambiare la Pianura Padana, gli Appennini e le Alpi alla luce del cambiamento climatico dettato dalla nuova era dell’Antropocene? È una delle domande cui proverà a rispondere il climatologo Luca Mercalli, all’evento gratuito organizzato dalla Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco emiliano presso l’Auditorium Loris Malaguzzi mercoledì 16 ottobre alle ore 20.30. “Ospitiamo un evento UNESCO di portata nazionale – afferma il presidente del Parco nazionale Fausto Giovanelli – come anteprima del 5° Meeting delle riserve della biosfera italiane organizzato a Reggio dal 16 al 19 ottobre con la presenza delle rappresentanze delle diverse Mab italiane, i cittadini e gli amministratori invitati dei nostri 80 comuni. Una serata aperta che vede città, colline e montagna affrontare insieme la sfida ineludibile del cambiamento climatico”.
Già ad oggi sono eclatanti i segnali del cambiamento climatico osservati nella Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco emiliano tra Emilia, Toscana e Liguria. Alcuni esempi: il calo delle precipitazioni nevose e della loro permanenza al suolo, la conseguente minore ricarica di falde, fonti, torrenti e crisi idriche, anche per l’irrigazione in pianura e minore produzione di energia elettrica. Danni per il turismo con l’innalzamento a più di 1500 metri della quota per le stazioni sciistiche. I laghi in Appennino, anche quelli più alti come il lago Calamone o il lago Santo nel modenese, si stanno eutrofizzando rapidamente a causa dell’aumento delle temperature. Sul fronte forestale: in Alta val Parma un’intera foresta secolare di abete rosso è stata spazzata via da un attacco di bostrico, un piccolo insetto diffusosi con estati calde e secche. Segni di stress sulle faggete si notano alle quote più basse, a causa delle prolungate aridità estive e delle gelate tardive.
Per il futuro potrebbe anche essere peggio. “Se l'Accordo di Parigi non sarà rispettato al più presto – afferma Luca Mercalli - , ci aspetta un aumento termico globale fino a 5 gradi entro fine secolo, più ondate di calore africano, desertificazione e siccità anche in Pianura Padana dove ora si producono Parmigiano Reggiano (in Emilia Romagna vivono e producono 560.000 bovini e sono molto sensibili al caldo; ma anche oltre 1 milione di suini impiegati nella filiera dei prosciutti Dop e non solo). Incendi boschivi anche negli Appennini, eventi estremi, alluvioni come quelle che avete vissuto nelle montagne negli ultimi due anni, tempeste più frequenti ed esondazioni e un aumento del livello del mare di oltre un metro. Perdite di produzione agricola in Pianura Padana dove per altro si concentra il 50% del Pil italiano e in agricoltura lavorano oltre 70.000 persone, danni alle infrastrutture e alle persone e migrazioni epocali. Singolarmente le montagne si potrebbero ripopolare per consentire alle persone di sfuggire al caldo estremo delle città”.
Secondo il climatologo “altri rischi ambientali importanti sono la perdita di biodiversità e l'inquinamento di acqua, aria e suoli. Antropocene è il periodo geologico in cui viviamo segnato dalle attività di otto miliardi di umani rischiano che di rendere il nostro pianeta ostile alla vita delle generazioni più giovani. Ormai sei su nove limiti planetari sono stati oltrepassati. La possibilità di ridurre i danni esiste ancora, ma richiede uno sforzo rapido e imponente, il passaggio dalle energie fossili a quelle rinnovabili, una maggior efficienza nell'uso delle materie prime e nel riciclo dei rifiuti, nonché un ripensamento della crescita economica che non può essere considerata infinita in un mondo dalle dimensioni limitate”.



















14/10/2024

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Paolo Ruini
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