SAN POLO - Riceviamo una lettera del prof. Mirko Bertolini che lamenta il fatto che non è ancora stata dedicata una via, una piazza o un parco ad un Parroco e alla sua Domestica uccisi in circostanze mai chiarite nel 1944. "Chi ha paura di don Aldemiro Corsi? Il Consiglio comunale di San Polo d'Enza, nella sua seduta del 5 giugno 2024, con il voto contrario compatto della maggioranza di centro sinistra, ha nuovamente bocciato la richiesta di molti abitanti della frazione di Grassano di poter intitolare una via al parroco don Aldemiro Corsi, barbaramente ucciso insieme alla domestica Zeffirina Corbelli il 21 settembre 1944. La parrocchia di Grassano, che si appresta a commemorare l'ottantesimo anniversario dell'eccidio, da quarant'anni, con diverse richieste al Comune, vorrebbe che il sacerdote venisse pubblicamente ricordato a perenne memoria di un fatto che esula dal odio politico della guerra civile. Don Aldemiro Corsi fu un parroco che per 35 anni curò il bene della parrocchia e dei parrocchiani, sicuramente con un carattere forte che gli permise di realizzare opere sociali e religiose, restaurare e abbellire la chiesa e curare in modo ineccepibile la vita spirituale dei parrocchiani. Un sacerdote amato e rispettato, come raccontano le testimonianze coeve alla morte e ai vari documenti biografici raccolti in questi ottanta anni e pubblicati in varie testate o libri. Un sacerdote che si mostrò sempre scettico di fronte al fascismo e che protestò sempre contro i soprusi. Un sacerdote che, nella guerra civile, difese la libertà dei parrocchiani a qualunque idea politica appartenessero. Allora quale fu la colpa di don Aldemiro? Quello di essere un amministratore giusto e rigoroso o di avere la consapevolezza di amministrare i beni della parrocchia non per se ma per il bene della parrocchia stessa? Si trovò immischiato (e qui le testimonianze e i documenti sono fondamentali) in una vertenza contro un mezzadro disonesto che fu costretto a denunciare per debiti insoluti e ruberie varie. Sembra essere questa la sola colpa che gli si possa imputare. Quella notte fatale, nel pieno della guerra civile, don Aldemiro accolse i suoi uccisori in canonica e offrì loro da bere, poi l'uccisione. La Zeffirina Corbelli sicuramente allarmata da quegli spari corse e riconobbe gli assassini e nel tentativo di fuggire venne colpita alla schiena più volte. Un delitto che rimase impunito, che venne sicuramente insabbiato, che si volle dimenticare e far dimenticare. Solo grazie alla memoria dei parrocchiani e soprattutto di mons. Pellegrino Tognoni, uno dei due bambini che scoprirono i corpi, si è potuto tenere viva la memoria in questi ottanta anni e chiedere non tanto giustizia, ma che il sacerdote venga giustamente ricordato per il suo denso e importante ministero a Grassano. Allora viene spontaneo chiedersi: perchè in tutti questi anni il Comune di San Polo non solo ha sempre ignorato le richieste delle parrocchie di Grassano e San Polo a intitolare una via, un giardino o qualsiasi altra cosa a don Corsi, ma ha sempre ostacolato ogni tentativo dei grassanesi di valorizzare e ricordare il proprio parroco? Forse c'è il tentativo di non volere approfondire la verità? Una verità forse scomoda per l'Amministrazione comunale, che (forse) in tutti questi decenni ha difeso con il silenzio il o gli assassini? Dopo ottant'anni, quando in Consiglio comunale siedono amministratori giovani e sicuramente motivati, si deve evincere che l'omicidio di don Corsi faccia ancora paura a qualcuno che nemmeno era nato nel 1944! Questo silenzio e questa avversione non potrebbero allora rendere valide quelle chiacchiere che hanno circolato per ottant'anni, cioè che il o gli assassini abbiano poi abbracciato una certa causa politica per restare immuni da un qualsiasi processo o condanna? Sembrerebbe proprio così! La parrocchia di Grassano continuerà a chiedere non tanto giustizia (dopo tutti questi anni sarebbe inutile e non lo ha mai fatto) ma che la figura di don Aldemiro abbia il giusto ricordo. In democrazia la storia non può far paura, ma deve essere un motivo di riflessione, riappacificazione e costruzione. Anche senza il contributo del Comune, Grassano ricorderà l'uccisione del proprio parroco domenica 1° settembre, durante la Sagra annuale, con la Messa solenne e un momento di commemorazione pubblica presso il campo sportivo parrocchiale.
Prof. Mirko Bertolini
11/06/2024
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it