UNIONE TRESINARO SECCHIA -BENI CONFISCATI – ANCHE L’UNIONE TRESINARO SECCHIA FA LA SUA PARTE! Nel prossimo consiglio dell’Unione Tresinaro Secchia sarà trattato un argomento che solo negli ultimi anni, purtroppo, è diventato di interesse comune soprattutto nella provincia di Reggio Emilia, ossia quello dei beni confiscati.
Partendo dall’attività e dall’esperienza che dal 2019 è maturata a Casalgrande, ho voluto condividere con tutti i gruppi i consigliari rappresentati in unione con l’attività della commissione I di cui sono presidente la tematica strategica dei beni confiscati.
In Regione Emilia Romagna sono 875 i beni gestiti direttamente dall’Agenzia –ANBSC e 178 quelli già destinati. Nella provincia di Reggio Emilia i beni gestiti sono 316 e quelli già destinati solo 3!
Nei comuni facenti parte dell’Unione Tresinaro Secchia sono presenti undici beni immobili, quattro beni nel comune di Casalgrande, quattro beni nel comune di Castellarano e tre beni nel comune di Rubiera e di questi nessuno destinato.
Con l’ordine del giorno a firma congiunta dei gruppi consigliari “Noi per Casalgrande”, “Centro Sinistra per l’Unione”, “Movimento 5 Stelle” “Progetto Civico Nello Borghi Sindaco” solleciteremo tutti gli organi preposti al fine di migliorare l’attività per la gestione e l’assegnazione ai comuni dei beni confiscati alla criminalità.
Passano purtroppo anni da quando, alla confisca, fa seguito l’assegnazione da parte dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati agli Enti e Amministrazioni che ne fanno richiesta.
Al Presidente Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati, al Presidente della Regione Emilia Romagna, al Prefetto di Reggio Emilia ed ai Parlamentari della provincia di Reggio Emilia suggeriremo (ognuno per le proprie competenze) diverse attività.
Innanzitutto che il Parlamento si attivi per una revisione dell’intera procedura di assegnazione dei beni e che soprattutto si tenda ad evitare i beni vengano affidati quando sono degradati ed è troppo costoso renderne possibile il riutilizzo.
Chiederemo che i Tribunali segnalino automaticamente ai singoli comuni la presenza di beni confiscati sul territorio e che di questo sia data la più ampia informazione anche ai cittadini in quanto la “società civile” deve essere consapevole che il problema è presente anche vicino a casa.
Chiederemo che ad ogni referente della pubblica amministrazione locale (Presidente di Provincia – Sindaco) l’ANBSC comunichi immediatamente i dati degli immobili confiscati a qualsiasi titolo, ai fini di evitare che sui territori ci sia un’inerzia dei comuni nel richiedere l’assegnazione dei beni confiscati alle mafie. Questo per evitare che i beni non deperiscano perdendo valore ma diventino il simbolo di una risposta concreta agli affaristi illegali della criminalità;
Chiederemo che dopo la confisca, divenuta definitiva, siano ridotti i termini per opposizioni, impugnazioni e soprattutto che i tempi di assegnazione dei beni confiscati a titolo definitivo alle pubbliche amministrazioni siano limitati e mai superiori a 6 mesi.
Chiederemo infine che si creino in ogni provincia dove sono presenti beni confiscati (a Reggio Emilia esiste già), tavoli di lavoro coordinati dalle prefetture aperti ai sindaci (o loro delegati) e che venga fornito loro tutto il supporto tecnico per il disbrigo delle pratiche per entrare in possesso dei beni stessi.
13/04/2024
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it