REGGIO EMILIA- Si attendevano le disposizioni integrative e correttive del riordino dei ruoli delle Forze di Polizia ad ordinamento Civile e Militare che, approvate dal Consiglio dei Ministri lo scorso 4 ottobre, non hanno soddisfatto le legittime aspettative dei Marescialli dell’Arma dei Carabinieri. Sono numerosi, tra cui anche alcuni Marescialli in servizio nel reggiano, i militari rivoltisi al Tar perché discriminati dalla nuova norma che impone un’anzianità di otto anni per salire di grado quando già avevano raggiunto l’apice della carriera. Sulla questione si sono già pronunciati alcuni Tribunali Amministrativi che hanno definito la messa in dubbio della legittimità «rilevante e non manifestamente infondata del ricorso». L’inghippo è proprio il paletto degli 8 anni imposto agli ex marescialli aiutanti (oggi maggiori) alla data di entrata in vigore del riordino. «Nell’ordinamento precedente al d. lgs. n. 95 del 29 maggio 2017 – scrive il Tar – il ruolo degli ispettori dei carabinieri comprendeva quattro gradi e una qualifica; in pratica gli ispettori erano inquadrati nei gradi di maresciallo, maresciallo ordinario, maresciallo capo, maresciallo aiutante sostituto ufficiale di pubblica sicurezza (Masups); ai Masups poteva inoltre essere conferita la qualifica di luogotenente». Con il nuovo sistema, continua il Tar, in pratica «si è passati da una carriera articolata in quattro gradi e una qualifica a una carriera articolata in cinque gradi e una qualifica. Il grado di Masups è stato soppresso e al suo posto sono stati istituiti i gradi di maresciallo maggiore e di luogotenente». La normativa prevede nuovi periodi di permanenza nei gradi di maresciallo capo e di maresciallo maggiore: prima dell’avanzamento, a maresciallo maggiore e luogotenente, si dovranno avere otto anni di anzianità. La situazione si traduce in una discriminazione dei Masups con anzianità inferiore agli otto anni, rispetto agli ex pari grado e agli ex marescialli capo. Al riguardo anche i rappresentati della categoria B del CO.CE.R. dei Carabinieri (Comitato Centrale di Rappresentanza) sono scesi in difesa dei colleghi, diramando una nota (allegata) che esprime il disappunto per l’occasione persa nella recente approvazione dei correttivi
20/10/2018
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it