RUBA AL CINEMA DELL'ORATORIO
FABBRICO - Approfittando della proiezione di un film si è introdotto fraudolentemente all'interno del cinema dell’oratorio di Fabbrico e dopo aver raggiunto la cassa ha forzato il cassetto impossessandosi di danaro contante per circa 150 euro ottenuti i quali si è dileguato. L’azione furtiva per quanto veloce non è passata inosservata a un testimone che ha dato l’allarme ai carabinieri della stazione di Fabbrico. Sebbene il ladruncolo sia riuscito a dileguarsi non rimarrà impunito grazie alle risultanze investigative dei carabinieri della stazione di Fabbrico che hanno identificato il ladro acquisendo nei suoi confronti concordanti e incontrovertibili elementi di responsabilità. Con l’accusa di furto aggravato i carabinieri della stazione di Fabbrico hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un 35enne calabrese residente in paese, noto agli stessi carabinieri di Fabbrico per via di suoi “trascorsi”. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Fabbrico, che hanno condotto le indagini, l’uomo approfittando della proiezioni di un film entrava all’interno del cinema dell’oratorio del paese e forte dell’assenza di persone alla “reception” si avvicinava alla cassa forzando il cassetto da dove asportava il fondo cassa ammontate a circa 150 euro. L’azione furtiva veniva notata però da un testimone che tuttavia non riusciva a bloccare il ladro che guadagnata l’uscita si dileguava agevolato anche dal buio della notte. Quindi l’immediato allarme al 112 dei carabinieri del comando Provinciale di Reggio Emilia che inviavano sul posto i carabinieri della stazione di Fabbrico che raccolta la denuncia avviavano le indagini. I militari grazie ad un importante testimonianza catalizzavano le attenzioni investigative su un 35enne calabrese abitante in paese nei cui confronti i militari acquisivano importanti e concordanti elementi di riscontro in ordine alla sua responsabilità nel furto al cinema dell’oratorio. Alla luce di quanto sopra l’uomo veniva denunciato alla Procura reggiana.



11/12/2016

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Paolo Ruini
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