OPERAZIONE DON MATTEO
CANALE DI SECCHIA - Usura, estorsioni e false fatturazioni: 8 misure cautelari eseguite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Reggio Emilia
Dalle prime ore del 9   febbraio i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Reggio Emilia, supportati dai colleghi dell’Arma territorialmente competenti, hanno dato corso nelle Province di Reggio Emilia, Modena e Forlì-Cesena, all’operazione convenzionalmente denominata Don Matteo, consistente   nell’esecuzione di 8 ordinanze di natura cautelare (7 provvedimenti restrittivi - due in carcere e 5 ai domiciliari nonché un obbligo di dimora)   nei confronti di altrettanti soggetti resisi responsabili, a vario titolo, di concorso nei reati di usura, estorsione ed emissione di fatture a fronte di operazioni inesistenti ( art. 8   D.L.gs 74 del 2000).
I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal GIP del tribunale di Reggio Emilia su richiesta del Dott. Giacomo FORTE, sostituto presso al Procura reggiana, concorde con gli esiti dell’articolata attività d’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Reggio Emilia.
L’attività ha origine nel dicembre 2014 a seguito del monitoraggio svolto dall’Arma reggiana nei confronti del fenomeno dell’usura e delle potenziali vittime, anche mediante i contatti con le fondazioni ed associazioni antiracket attive in Emilia Romagna. In particolare l’operazione vede quali protagonisti, oltre ai Carabinieri, la Fondazione Antiracket San Matteo Apostolo di Bologna che ha interloquito con l’Arma anche tramite l’organizzazione di volontariato Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia. In tale contesto si è evidenziato in imprenditore reggiano che stava subendo pesantissime minacce rivolte allo stesso ed ai propri famigliari.
Particolarità della condotta delittuosa era costituita dal fatto che le vittime venivano “cedute” tra i vari gruppi criminali sia per “regolarizzare” i rapporti economici con la cessione del credito che per generare nella stessa vittima una maggior intimidazione esercitata dal gruppo criminale subentrante.
Le successive indagini, supportate da intercettazioni   e riprese video, nonché supportate da consulenti tecnici ed esperti commercialisti e tributaristi, consentivano di acquisire un chiaro quadro indiziario   e successivamente accusatorio, a carico di due distinti gruppi criminali, operanti in questa provincia, e dediti alle attività di usura ed estorsione.
Le indagini in particolare evidenziavano senza alcun dubbio l’usura patita dall’imprenditore il quale non poteva negare la propria condizione di vittima e dimostravano come fosse costretto a rivolgersi a più sodalizi usurai ed a pagare interessi con tasso tra il 180% ( investigativamente documentato) ed il 350%, su prestiti di oltre un milione di euro, dei quali circa 200mila documentati dall’inizio dell’indagine.
Contestualmente si circostanziava una attività di false fatturazioni di alcuni indagati per un controvalore di circa 800.000 di imponibile. Tra gli 8 destinatari delle varie misure uno è reggiano, uno carpigiano mentre tra i 6 campani uno è risultato in contatto, ancorchè non coinvolti nell’indagine, con esponenti dei clan camorristi CAVA egemone in Quindici (AV) e PAGANO, attivo nell’agro nocerino sarnese, mentre un altro ha stretti legami con un elemento contigui alla ‘ndrangheta, in particolare alla promanazione emiliana della cosca GRANDE ARACRI in atto detenuto al regime ex art.41 bis.
Si sottolinea come, all’elevato tenore di vita degli usurai, che per il fisco non percepiscono redditi, fa da contrappeso la disperazione umana, psicologica, famigliare ed economica delle vittime.
La posizione giudiziaria di altre vittime di usura emerse nel corso dell’attività è in corso di accertamento da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale reggiano che hanno condotto l’indagine anche grazie al preziosi e proficuo contatto fiduciario con le associazioni antiusura.
Sono stati arrestati:
- Citro claudio, 33enne originario di Salerno, residente a Correggio (RE);
- Caso giuseppe, 37enne nativo di Torre Annunziata (NA), residente Correggio;
- Bargiacchi Stefano, 43enne carpigiano;
- Davoli andrea, 28enne reggiano domiciliato a Bagnolo in Piano;
- Errichiello Nicola, 38enne nativo di   Napoli, residente Correggio (RE);
- Febbraio Alfonso, 45enne nativo di   Napoli, residente a Reggio Emilia;
- Griffo Aldo, 51enne nativo di S. Cipriano d’Aversa (CE), residente a Campogalliano (MO).


Un salernitano 30enne residente Correggio (RE) è stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora.



12/02/2016

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Paolo Ruini
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