FIORANO - Venerdì 28 ottobre 2016, alle ore 21, a Fiorano Modenese arriva l’arcivescovo di Modena e Nonantola Erio Castellucci per il Giubileo del mondo del lavoro. Fin da quando a Fiorano arrivò Papa Giovanni Paolo II per incontrare i lavoratori sulla pista della Ferrari nella sua visita a Modena e prima ancora quando il vescovo Mons. Santo Quadri partecipò a una marcia per il lavoro, durante la crisi della ceramica nella prima metà degli Anni Ottanta, a Fiorano è sempre stato riconosciuto un ruolo particolare nel lavoro, sia perché a lungo è stato uno dei pochissimi comuni ad avere più posti di lavoro che abitanti, sia perché nel tempo si è consolidato il suo ruolo di polo produttivo del distretto ceramico, sia perché già un secolo fa si svolsero pellegrinaggi diocesani dei cattolici impegnati nel sociale e nel mondo del lavoro.
Nell’anno del Giubileo della Misericordia, che i lavoratori cattolici si ritrovino alla Porta Santa della Basilica della Beata Vergine del Castello è un continuare un discorso mai interrotto nel tempo.
Disse il Papa quel giugno del 1988: “Giunto in visita pastorale nella vostra regione, porgo il mio cordiale saluto a voi, esponenti del mondo del lavoro, che partecipate a questo incontro: a voi operai, tecnici, dirigenti ed imprenditori, impegnati nelle attività agricole, industriali, artigianali, cooperative e commerciali, giovani e anziani, uomini e donne, che rappresentate vaste zone dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola e la zona sassolese della diocesi di Reggio Emilia. Il luogo dove ci incontriamo, segnato fortemente dal lavoro e dall’ardimento umano, da fabbriche e campi, da capannoni e ciminiere, è vicinissimo al Santuario diocesano della Madonna del Castello di Fiorano Modenese. Questa circostanza mi pare significativa. È in compagnia di Maria di Nazaret, la quale veglia dall’alto del Santuario, che vogliamo sostare assieme per riflettere brevemente sulla situazione economico-sociale dell’Emilia e per accogliere con cuore aperto la parola del divino lavoratore, e meditare sul suo esempio.
Queste vostre terre, nel dopoguerra, hanno visto uno sviluppo rapidissimo ed equilibrato dei vari settori produttivi. La florida condizione economica della zona è ben nota. Essa è il risultato di risorse naturali, come la posizione e la qualità del territorio, unite alla vostra capacità di lavoro e al vostro spirito di iniziativa. È stato possibile sviluppare l’occupazione; e i diritti del lavoratore, sia esso subordinato o autonomo, sia professionista o operatore economico, sia dipendente o imprenditore, sia singolo che associato, sono qui meno in pericolo che altrove. Ma è da chiedersi se, di fatto, questa disponibilità di mezzi e di risorse sia usata in tutte le sue potenzialità e in modo corretto e giusto, cioè per finalità di promozione umana; o se non accada a volte, anche qui, che le tendenze speculative e l’ansia del massimo e più rapido profitto condizionino l’operato di tutte le parti interessate, fino al punto che, anche in questa generale situazione di avanzato sviluppo, sorgano problemi nei rapporti di lavoro, permangano squilibri territoriali, ci sia lo sfruttamento sconsiderato dei beni naturali e primari fino al degrado dell’ambiente e a situazioni di grave inquinamento.
Ma soprattutto ritorna, come spesso nei nostri tempi, deludendo tante sicurezze, la minaccia della disoccupazione, la quale, se pur contenuta in questo ultimo periodo, resta consistente, specialmente in questa zona, dove le capacità occupazionali dell’industria ceramica sono diminuite.
Tende così purtroppo ad allargarsi il dramma ben noto di lavoratori inoccupati ancora validi, di giovani e di donne in cerca di una prima occupazione, di handicappati estromessi o non ammessi al lavoro, di nuovi pendolari, di immigrati che ritornano sconsolati ai luoghi di origine e di alcune famiglie a reddito zero”
27/10/2016
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it