PROVINCIA REGGIANA. “LAST FRAUD”, ovvero “L’ULTIMA TRUFFA”, così è stata denominata l’operazione condotta all’alba dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castelnovo ne’ Monti (RE), che ha messo in luce, attraverso l’uso di strumenti investigativi invasivi (intercettazioni, perquisizioni e sequestri) oltre a quelli tradizionali, che il cosiddetto fenomeno delle “truffe postepay” non sia solo una modalità fraudolenta realizzata da “truffatori seriali” od occasionali per procurarsi un facile e rapido profitto con strumenti, tutto sommato, facilmente acquisibili, ma spesso una modalità attraverso la quale organizzazioni criminali ottengono facili e lauti profitti ai danni di una cerchia diffusa di vittime (stimate in oltre 400 persone quelle dell’odierna indagine).
I carabinieri, partendo da vari procedimenti penali a carico di un soggetto residente nel comprensorio montano, nei quali risultava indagato per una pluralità di truffe attuate a carico di numerosi soggetti residenti in varie parti d’Italia, accertavano la sussistenza, sin dal novembre del 2014, di un gruppo organizzato dedito alla commissione, fra l’altro, di reati di truffa non solo con il sistema post-pay, ma con l’uso di assegni contraffatti consegnati in pagamento di merce messa in vendita dagli ignari truffati.
Le modalità con cui l’organizzazione criminale, facente capo ad una singola famiglia dimorante in Cavriago (RE), operava erano sostanzialmente due:
a) la prima avveniva con la pubblicazione su internet (prevalentemente sul sito Subito.it) di un annuncio di vendita di un bene con l’indicazione di un numero di telefono. L’ignaro truffato contattava l’utenza intestata al nominativo fittizio e contrattava la vendita del bene con l’usuario del telefono medesimo addivenendo ad una stipula cui seguiva una richiesta di anticipo da effettuare mediante ricarica su carta post-pay. Una volta effettuata la ricarica non veniva consegnato nulla e l’utenza con cui si era addivenuti ai contatti diveniva irrintracciabile. Le indagini hanno poi chiarito che in molti casi il profitto della truffa veniva dirottato in altre carte di credito in modo da impedire di risalire al provento e di recuperarlo.
b) la seconda metodologia era reperire, sempre sui siti di e-commerce, beni in vendita, per lo più macchine operatrici di ingente valore, che, dopo essere stati acquistati dagli appartenenti al gruppo criminale mediante pagamento con assegni circolari falsi o provento di delitto, venivano inviati nei paesi dell’est Europa.
Nel corso dell’attività d’indagine, proseguita per oltre un anno è mezzo, oltre ad essere stati recuperati numerosi elettrodomestici (400 Bimbi e Folletto) ed orologi di elevato valore commerciale (Rolex - Vacheron Constantin –Zenith El Primero) per un valore complessivo di circa 1.500.000 euro, sono stati individuati i canali di riciclaggio dei proventi delle attività delittuose che sono stati oggetto di sequestro preventivo con riferimento alle somme di danaro, costituenti saldi attivi delle consistenze finanziarie e/o valutarie, titoli azionari, obbligazioni, quote, crediti e/o diverse attività finanziarie comunque qualificabili (centinaia di migliaia di euro).
A seguito dell’intensa attività d’indagine – coordinata dal Dott. Giacomo FORTE – Sostituto Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia - il Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale reggiano, accogliendo parzialmente l’impostazione accusatoria, ha emesso la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di TRUZZI Roberto 56enne di Cavriago, FERRACANE Baldassare 46enne di Reggio Emilia e ESTREFI Afrim 39enne albanese residente a Reggio Emilia, degli arresti domiciliari per BIANCHI Gianluca 31enne di Cavriago, BIANCHI Noemi 35enne e CENA Amos 39enne entrambi di Cavriago, DE MARTINO MINIERO Giuseppe 30enne di Casina, TICALI Giuseppe 46enne, di Reggio Emilia, dell’obbligo di dimora nei confronti di DELLA SANTINA Nelis 32enne di Correggio e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di BIANCHI Sonia 54enne di Cavriago e MENDICINO Alfonso 41enne crotonese abitante a Cavriago.
Nell’ambito dello stesso filone d’indagine, sono tuttora in corso accertamenti sul conto di altri soggetti responsabili di contraffazione e riproduzione di opere prevalentemente di pittura o grafica e di oggetti di antichità e di interesse storico o archeologico, alla loro detenzione e messa in commercio, alla successiva autenticazione della documentazione attestante l’autenticità di tali opere e oggetti, alla falsificazione di fideiussioni bancarie e lettere di credito ed al successivo utilizzo di tali prodotti per commettere truffe in pregiudizio di terze persone.
08/10/2016
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it