MODENA - Quale sport praticare dopo un intervento di protesi all’anca o al ginocchio?
Guidati dal dottor Stefano Boschi, tra i maggiori esperti in materia, un gruppo qualificato di professionisti ha fatto il punto sulle opportunità di ripresa del paziente anche dopo un intervento chirurgico importante. Tra le testimonianze quella della paziente Simonetta Storti, modenese di 63 anni, sottoposta, a un intervento di protesi di ginocchio che dopo solo quattro mesi ha ripreso a giocare regolarmente a tennis.
Simonetta Storti, modenese di 63 anni, meno di un anno fa è stata sottoposta a un intervento di protesi totale al ginocchio. Oggi gioca a tennis almeno due volte alla settimana e va regolarmente in palestra senza alcun problema. Un risultato che è frutto di una molteplicità di fattori: il rafforzamento della muscolatura prima dell’operazione, l’abilità dell’equipe chirurgica, la qualità della protesi e un’attenta e corretta riabilitazione e, fattore da non sottovalutare, l’abitudine a svolgere attività sportiva. Quella di Simonetta però non è una storia eccezionale, difficilmente ripetibile. Un dato che è stato confermato durante il convegno dal titolo “È possibile praticare uno sport dopo un intervento di protesi all’anca o al ginocchio?” tenutosi questa mattina, 3 dicembre, presso l’auditorium dell’Ospedale privato accreditato Casa di Cura Fogliani di Modena, centro di eccellenza nell’ambito della chirurgia ortopedica.
L’iniziativa ha coinvolto un gruppo di qualificati professionisti che, per l’occasione, sono stati coordinati dal dottor Stefano Boschi tra i maggiori esperti in materia che presso il polo chirurgico della Casa di Cura Fogliani, oltre a effettuare visite specialistiche ortopediche esegue annualmente diverse decine di interventi che prevedono l’applicazione di una protesi di ginocchio o di anca.
“Oggi sempre più di frequente capita di impiantare una protesi d’anca o di ginocchio a persone relativamente giovani, sui cinquant’anni, che praticano con regolarità un’attività sportiva. A loro, ma non solo, cerchiamo di dare una risposta valutando una pluralità di fattori che tengono conto sia delle condizioni del paziente, sia dell’evoluzione della tecnica e delle protesi sia del tipo di attività sportiva che vorrebbero praticare” ha spiegato il dottor Stefano Boschi.
Il programma del convegno si è sviluppato nell’arco della mattinata: dopo gli interventi introduttivi del professor Giorgio De Santis, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Modena e Reggio Emilia e del dottor Stefano Boschi, sono state presentate le relazioni dei chirurghi Emanuele Tripoli, Gianluigi Sacchetti, Rodolfo Rocchi, Paolo Razzaboni. A trarre le conclusioni è stato il dottor Gianezio Paribelli.
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04/12/2022
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it