UNA LETTERA AL MINISTRO D'URSO
ZONA CERAMICHE - Macchine ceramica, plastica e packaging: lettera al neoministro Urso
Incentivi per la transizione 4.0, adeguamento norma sugli ammortamenti, credito d’imposta alla ricerca: sono alcune delle richieste che Acimac, Amaplast e Ucima hanno inviato al nuovo Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Acimac (Associazione Costruttori Italiani Macchine Attrezzature per Ceramica), Amaplast (Associazione Nazionale Costruttori di Macchine e Stampi per Materie Plastiche e Gomma) e Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per l’Imballaggio e il Confezionamento) hanno inviato una lettera al neoministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso per chiedere interventi urgenti per le rispettive filiere. La congiuntura, infatti richiede misure rapide per contrastare il caro energetico e lo shortage di materie prime.

Nel dettaglio le tre associazioni chiedono di:

prorogare oltre il 31 dicembre 2022 il termine di consegna dei beni strumentali 0 per rendere efficace il relativo incentivo fiscale e rendere effettiva la ricaduta sul sistema produttivo
rendere definitivi e non transitori gli incentivi Transizione 4.0 dato che l’ammodernamento della manifattura italiana non è completo, ma ancora in corso
mettere in campo aiuti per traghettare verso la digitalizzazione anche gli end user medio piccoli
supportare la transizione energetica perché renda le fabbriche più sostenibili in termini di risparmi e ottimizzazione degli impianti
adeguare la normativa sugli ammortamenti dei beni strumentali
effettuare una revisione del patent box e dare il via libera al credito d’imposta alla ricerca
investire nel sistema scolastico, con fondi per laboratori e formazione sulle materie Stem
tenere l’acceleratore premuto sulla promozione all’estero e sull’internazionalizzazione delle imprese italiane auspicando che il neocostituito comitato per il commercio estero guidato dal Suo Ministero insieme a quello degli Affari Esteri possa dare nuovo impulso in uno scenario internazionale sempre più competitivo
estendere le misure a supporto dei rincari del caro energia a tutte le filiere interessate
sostenere le nostre filiere: la filiera ceramica necessita di misure immediate per calmierare i costi dell’energia derivante da fonti fossili e per la conversione a fonti rinnovabili; quella plastica chiede aiuti per il supporto ai sistemi di riciclo e riuso dei materiali plastici con attenzione a riciclo meccanico, chimico e organico; infine, quella del confezionamento per lo sviluppo di packaging sempre più sostenibili e riciclabili.
Nello scrivere la lettera, i tre presidenti Paolo Lamberti (Acimac), Dario Previero (Amaplast) e Riccardo Cavanna (Ucima), si sono anche congratulati oltreché per la nomina, anche per la nuova dicitura che identifica il Ministero.

“La decisione del Governo Meloni – si legge nella lettera - di creare un Ministero che si occupi di imprese a 360 gradi e torni ad avere un ruolo sulla tutela e la promozione del Made in Italy non può fare che piacere ad un settore, quello della meccanica strumentale, che è fiore all’occhiello dell’italianità nel mondo e parte imprescindibile di alcune fra le più importanti filiere, fra cui quella alimentare”.

I tre presidenti auspicano di poter incontrare al più presto il ministro per poter presentare le specificità dei settori rappresentati e la comune visione per la tutela e lo sviluppo del comparto: “D’altronde questo particolare momento che il Paese sta attraversando – concludono i presidenti – richiede il massimo impegno delle Istituzioni e degli attori economici e sociali coinvolti”.

ACIMAC – AMAPLAST - UCIMA

A partire dal 2020 Acimac, Amaplast e Ucima hanno intrapreso un percorso sempre più integrato, che porta a un rafforzamento reciproco in termini di efficienza, radicamento e sviluppo dei servizi associativi comuni ed iniziative congiunte. I tre settori rappresentanti contano 1170 aziende che occupano 57.500 addetti e generano un fatturato di 14,3 miliardi di euro, pari al 39% del settore dei beni strumentali italiani e l’1,4% dell’intero settore manifatturiero italiano, che vale 1000 miliardi (dati 2021)


14/11/2022

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Paolo Ruini
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