ELEZIONI POLITICHE DEL PROSSIMO 25 SETTEMBRE
Collegio Imprenditori Edili Emilia: ci aspettiamo norme che valorizzino le imprese capaci e meritevoli. Vanno superati i troppi pregiudizi nel confronti di un settore strategico per l’Italia.
A pochissimi giorni dalle elezioni politiche il Collegio Imprenditori Edili Emilia interviene rivolgendosi a tutti i candidati e focalizza l’attenzione sulle attese e le proposte del settore dell’edilizia e delle costruzioni. Un comparto strategico per l’Italia che contribuisce in modo rilevante al suo PIL, sia direttamente per gli importanti volumi di fatturato che sviluppa, sia indirettamente, contribuendo in modo decisivo ad aumentare la competitività del Paese (infrastrutture, edifici industriali, culturali e d’istruzione) e la qualità della vita (residenze, luoghi di cura e assistenza, impianti sportivi). Il Collegio evidenzia innanzitutto la necessità del superamento di un forte pregiudizio culturale, se non addirittura ideologico, che condiziona pesantemente la legislazione e le regole che governano il mercato. Un esempio su tutti: attraverso la White List occorre dimostrare di non essere mafiosi, determinando un vero e proprio ribaltamento dell’onere della prova.
Il radicamento di questo pregiudizio ha portato a concepire tutta la legislazione del settore, a partire dal Codice dei Contratti, non innanzitutto come strumento di politica industriale, come accade nel resto dell’Europa, ma come norma dal profilo di ordine pubblico, orientata a prevenire, senza peraltro riuscirci, la corruzione e la concussione: il fatto che un’opera venga realizzata nei tempi e con la qualità richiesti nel bando viene relegato ad aspetto secondario. Infatti, ogni qual volta c’è l’urgenza reale di dover acquistare/appaltare velocemente e bene, è necessario derogare al codice stesso, come ad esempio nei casi emblematici del Ponte Morandi o della gestione dell’emergenza pandemica.
Qualcosa si sta muovendo e la Legislatura che sta per terminare ha iniziato a prendere atto di queste anomalie: lo Sblocca Cantieri, i Decreti Semplificazioni 1 e 2, le necessità imposte dal PNRR, insieme alla Legge Delega per il nuovo codice, hanno iniziato ad agire su tale preoccupante deriva. Si tratta di segnali positivi che vanno confermati per tornare a premiare il merito e la qualità delle imprese. Il ripristino delle procedure negoziate (necessariamente mitigate dal principio di rotazione e dalla pubblicità dei resoconti conclusivi) e la relativa necessaria discrezionalità delle stazioni appaltanti, insieme alla ridefinizione del reato di abuso d’ufficio, sono gli elementi da salvare e valorizzare anche all’interno del nuovo codice, insieme ad una ormai improcrastinabile qualificazione delle stazioni appaltanti perché sono troppi i casi di progettazioni scadenti, che rendono non eseguibili i lavori. Occorre quindi modificare quelle norme che presuppongono la malafede delle imprese, perché sono un peso burocratico che grava proprio sulle imprese oneste, quelle storiche, dove spesso il nome dell’imprenditore coincide con quello dell’azienda, imprese che non hanno nessuna convenienza a lavorare male o a delinquere, perché rischiano di dilapidare in un attimo un patrimonio costruito negli anni. Gli errori fatti nella normativa del Superbonus, oggi parzialmente corretti, non devono ricadere sulle famiglie e sulle imprese.
“Chiediamo che il nuovo Codice degli Appalti, e tutta la normativa del settore, consentano di individuare le imprese capaci e meritevoli, legate al territorio, conferendo alle stazioni appaltanti la discrezionalità e le tutele necessarie per agire all’interno di un sistema che garantisca il massimo del pluralismo, della rotazione e della trasparenza. Rappresentiamo i costruttori edili della piccola e media impresa italiana, quelli che hanno ancora alle proprie dipendenze muratori e geometri, e non solo avvocati per costruire strumentalmente riserve, per bloccare i lavori e poi trattare: vogliamo poter esercitare la nostra vocazione imprenditoriale senza diventare i cottimisti delle grandi imprese nazionali, sfruttando anche la potenzialità degli strumenti consortili, soprattutto i consorzi stabili, che ci consentono di competere anche per opere importanti. – commenta Claudio Candini, presidente del Collegio Imprenditori Edili Emilia - Siamo a disposizione della politica non per confondere i ruoli, abbiamo grande rispetto delle diverse responsabilità e funzioni, ma per dare un contributo concreto e competente, anche perché vissuto quotidianamente sui cantieri, nelle relazioni con le stazioni appaltanti, nel rapporto con i sindacati e i lavoratori, per garantire lavoro qualificato, remunerato e sicuro, applicando rigorosamente i contratti di lavoro nazionali e territoriali della nostra categoria.”
20/09/2022
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it