LA RAI SPARISCE DALL'ETERE PROTESTE A NON FINIRE
PROVINCIA REGGIANA -Nuovo digitale, sparisce la Rai. Prezzi record per gli amplificatori. Adiconsum e Fnp: “Scandaloso che si debba pagare ancora per adeguare gli impianti” 200 euro possono non bastare a provare a ripristinare il ricevimento dei canali tv dopo il passaggio al digitale terrestre. Quanto recentemente pagato da un’anziana in Comune di Ventasso è solo uno dei moltissimi casi che stanno accadendo in Pianura Padana e segnalato ad Adiconsum. Non è andata meglio nel pedecollina, dove una consumatrice ha contatto l’associazione cislina avendo ricevuto una parcella da ben 400 euro.
A lamentarsi anche il sindacato dei pensionati della Cisl: “Quanto sta accadendo – afferma Adelmo Lasagni, segretario generale della Fnp Cisl Emilia Centrale – è un disagio molto grave per i più anziani. Da un lato la perdita di molti canali e le difficoltà a capire come trovare una giusta soluzione, dall’altra una nuova spesa, successiva al decoder, per molti non prevista. Insostenibile questo ulteriore balzello in una epoca, per altro, di bollette alle stelle per il caro energetico”.
“Gli stessi antennisti che abbiamo intervistato – osserva Adele Chiara Cangini, responsabile Aidconsum Cisl Emilia Centrale – faticano ad avere il quadro chiaro di quanto recentemente accaduto. Il passaggio al digitale da un lato, con lo spegnimento delle frequenze l’8 marzo, quindi l’assegnazione alla Rai di nuove frequenze, ma anche l’accensione di nuovi ripetitori nel veronese sta rendendo impossibile ricevere la moltitudine di canali che si ricevevano prima, in particolare la Rai e altri canali locali. L’intervento degli antennisti non è sempre risolutivo e molti consumatori ci stanno lamentando quanto accade”.
Dopo l’8 marzo in moltissime case sono scomparsi appunto i canali Rai, inesistenti proprio sui canali digitali nonostante siano stati acquistati decoder o nuove tv ad alta definizione. I problemi di ricezione riguardano tantissimi canali provinciali, alcuni persi per sempre: a nulla valgono le risintonizzazioni fatte anche più volte al giorno. Nei casi più semplici non è possibile ricevere il segnale perché la centralina dell’antenna non è abilitata al cambio di frequenza e questo avviene in particolare nella periferia della città e in diverse zone dell’Appennino. Quindi occorre acquistare un amplificatore.

Adicosnum Fnp esprime solidarietà ed alza la voce: “E’ scandaloso che si stia verificando questo disagio. dopo il passaggio al nuovo sistema trasmissivo e non è accettabile che sia imposto ai cittadini un nuovo adeguamento tecnologico – con una spesa cinque volte superiore al decoder - con l’acquisto dell’amplificatore, visto la crisi attuale”. Infatti, per adeguare gli impianti al nuovo sistema trasmissivo occorre in molti casi inserire un amplificatore: la spesa per ogni utente si aggira intorno tra i 100 e i 200 euro 80 euro circa il costo del singolo amplificatore, ad oggi assai rari sul mercato.
“Sappiamo che il problema legato alla ricezione riguarda tutto in Nord Italia. Auspichiamo che lo Stato possa intervenire quanto prima. Noi di Adiconsum – conclude la Cangini - faremo la nostra parte”.

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28/03/2022

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Paolo Ruini
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