SASSUOLO -Investimenti da record per l’industria ceramica italiana: 351,3 milioni di euro, (+22,7%), ora pari al 6,9% del fatturato annuo
Il comparto delle piastrelle di ceramica prodotte in Italia supera i 5,1 miliardi di euro (+4,1%): export record di 4,3 miliardi (+5,1%), mercato interno stabile a 799 milioni di euro (-0,6%). L’internazionalizzazione produttiva vale 792 milioni di euro, realizzati da 16 operations in Nord America ed Europa. Oltre 721,5 milioni di euro il fatturato di ceramica sanitaria, materiali refrattari e stoviglie, che occupano 6.000 addetti.
In occasione dell’Assemblea 2015, Confindustria Ceramica ha presentato le indagini statistiche relative ai diversi comparti che compongono l’industria ceramica italiana. Sono 228 le industrie italiane di piastrelle di ceramica, ceramica sanitaria, stoviglie e materiali refrattari attive nel 2015, che occupano 25.152 addetti e che hanno fatturato 5,839 miliardi di euro complessivi, grazie a vendite oltre confine per l’78,9%.
Le piastrelle di ceramica prodotte in Italia.
Sono 150 le aziende (stabili rispetto al 2014) presenti sul suolo italiano, dove sono occupati 19.143 addetti (-1,5%), che nel corso del 2015 hanno prodotto 394,8 milioni di metri quadrati (+3,4%), tali da consentire vendite per 396,9 milioni di metri quadrati (+0,6%). Le vendite in Italia si consolidano a 80,3 milioni di metri quadrati (erano 80,8 nel 2014), come anche i volumi esportati, ora pari a 316,6 milioni di metri quadrati (+0,90%). Il fatturato totale, 5, 1 miliardi di euro (+4,1%) derivano per 4,3 miliardi dalle esportazioni (+5,1%), con una quota record dell’84,4%, e da 799 milioni di euro da vendite sul territorio nazionale (-0,6%).
Gli investimenti segnano il nuovo record assoluto, dall’anno 2000. Lo scorso anno gli investimenti realizzati sono stati 351,3 milioni di euro (+22,7% sul 2014), dopo che erano cresciuto del +27% rispetto al 2013, con un valore prossimo al 6,9% del fatturato annuale.
L’internazionalizzazione produttiva.
Sono 16 le società di diritto estero – stesso numero dello scorso anno -, controllate da nove gruppi ceramici italiani, che nel 2015 hanno occupato 3.091 addetti (-3,0%), in fabbriche che hanno prodotto 82,3 milioni di metri quadrati di piastrelle (+6,6%). Le vendite totali hanno generato un fatturato di 792,2 milioni di euro (+9.8%), frutto di vendite per 462,3 milioni di euro (+2,7%; quota del 58,4%) da attività in Europa e per la restante parte da vendite in Nord America (+21,5%). Il fatturato americano, seppur in espansione sulle quantità, risente in modo significativo dell’apprezzamento del dollaro.
Il 78,7% del fatturato (-1,4 punti percentuali) totale deriva da vendite nel medesimo mercato sede della fabbrica.
La ceramica sanitaria.
Sono 33 le aziende industriali produttrici di ceramica sanitaria in Italia, trenta delle quali localizzate nel distretto di Civita Castellana (Viterbo). L’occupazione a livello nazionale è pari a 3.204 dipendenti, che hanno realizzato una produzione pari a 3,77 milioni di pezzi (+1,4%). Il fatturato è di 294,9 milioni di euro (+1,95%), con una percentuale venduta sui diversi mercati esteri pari a 132,7 milioni di euro (45% del totale, in crescita costante rispetto agli ultimi anni).
L’industria dei materiali refrattari.
Le 35 aziende attive nella produzione di materiali refrattari presenti sul territorio nazionale occupano 2.085 addetti (-2,1% rispetto al 2014), per una produzione pari a 372.935 tonnellate (-11,9%) e vendite a 387.040 (-10,8%). Le vendite in Italia sono state di 244.381 tonnellate (-13,9%), pari al 63,1% dei volumi complessivi venduti.
Il fatturato totale, ora pari a 379,4 milioni di euro (-7,8%) deriva da vendite sul territorio nazionale per 240,9 milioni di euro (-9,7%%) e da 77,2 milioni di euro da esportazioni comunitarie (-3,6%) e da 61,3 milioni di euro da esportazioni extracomunitarie (-4,0%).
Le stoviglie in ceramica.
Le 10 aziende industriali italiane (+1 sul 2014) che occupano 720 dipendenti (+8,8%) per una produzione 11.200 tonnellate e vendite per 10.700 tonnellate di prodotto finito. Le vendite sul mercato domestico rappresentano oltre il 75% vendite totali. Il fatturato 2015 è stato superiore a 47,7 milioni di euro (+6%), di cui il 71% realizzato in Italia.
Di particolare rilievo è l’adozione, da maggio 2013, di misure antidumping sulle importazioni di stoviglie cinesi in Europa, con valori di dazi per i prossimi 5 anni compresi tra il 13,1% ed il 36,1% a seconda dei diversi esportatori cinesi. Tale misura ha determinato nel 2015 un calo del 3% nel 2015, dopo che l’anno precedente erano calate di oltre il 28,8%, che a sua volta seguiva un crollo del 40% registrato nel 2012.
Il commento di Vittorio Borelli
“Lo scenario internazionale sembra tendere ad un lieve peggioramento nelle sue principali variabili – afferma Vittorio Borelli, presidente di Confindustria Ceramica –, a causa dell’indebolimento del dollaro, del maggior costo del petrolio, di un Pil mondiale in rallentamento e dell’annunciato rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti. Il principale tema nella nostra agenda internazionale è l’azione antidumping sulle importazioni cinesi in Europa, di cui la recente votazione plebiscitaria del Parlamento Europeo contro il MES alla Cina è cosa che abbiamo accolto con grande favore, per il quale non dobbiamo abbassare la guardia in attesa che della decisione finale dell’Unione Europea, attesa per fine anno”.
Altro tema centrale è quello dell’energia. “Sul tema degli oneri generali di sistema dell’energia elettrica siamo fermi a 12 mesi fa – prosegue Vittorio Borelli –: l’Italia non è riuscita a sbloccare gli sgravi già previsti per le imprese energivore, mentre la Germania ha fatto precise scelte allocative. La nostra posizione – in linea con quanto recentemente affermato dal Ministro Carlo Calenda – è nella riparametrizzazione degli sgravi si debba tenere conto anche della propensione al commercio internazionale. Auspichiamo che il Ministro interverrà anche sulla cogenerazione, tecnologia per noi fondamentale dalle chiare valenze ambientali e di competitività, che è stata purtroppo in questo ultimo periodo oggetto di interventi normativi confusi, che mettono in seria difficoltà gli impianti già in esercizio e, di fatto, bloccano tutti gli investimenti futuri”.
08/06/2016
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it