TOANO - LA CAPPELLA DI CA’ MARASTONI, A TOANO, ORA E’ DEFINITIVAMENTE DI PROPRIETÀ DI ALPI-APC La chiesa ha donato il sacrario ai partigiani. Sassi, presidente provinciale dell’Associazione liberi partigiani italiani - partigiani cristiani: “E’ il luogo simbolo dei combattenti cattolici, e non solo. Si ringrazia l’arcivescovo Giacomo Morandi”. “Un vivo ringraziamento e una speciale riconoscenza vanno alla chiesa reggiana, che ha concesso ufficialmente al nostro sodalizio la proprietà esclusiva del sacrario
di Ca’ Marastoni, luogo simbolo per i partigiani cattolici, e non solo, e monumento per eccellenza
delle gloriose Fiamme verdi”: Elio Ivo Sassi, presidente provinciale dell’Associazione liberi partigiani italiani - partigiani cristiani, esprime grande soddisfazione per l’atto di donazione che, nei giorni scorsi, è stato sottoscritto, a Modena.
“Un grazie particolare va all’arcivescovo Giacomo Morandi - spiega Sassi - che ha autorizzato la parrocchia di Monzone, in comune di Toano, a donare in modo formale all’Alpi-Apc reggiana, ent del terzo settore, giuridicamente riconosciuto, l’immobile e il terreno circostante, con rogito del notaio Federico Manfredini, da me sottoscritto, unitamente al parroco don Giuseppe Lusuardi, cui va altrettanta gratitudine”.
Il primo progetto della cappella sacrario, posta in prossimità di Monte della Castagna (dove persero la vita, il primo aprile 1945, giorno di Pasqua, sei partigiani della brigata Italo, appartenente alle Fiamme verdi), risale al 1946, ma solo dopo quasi vent’anni, il 4 aprile 1965, l’ex comandante della
stessa formazione, don Domenico Orlandini, il partigiano Carlo, depose la prima pietra. L’edificio fu ultimato nella primavera del 1969, ma l’inaugurazione ufficiale avvenne il 12 settembre 1971.
“Dieci anni fa, il 26 settembre 2014 - conclude Sassi - i resti mortali di don Carlo, già presidente dell’Alpi provinciale, sono stati traslati a Ca’ Marastoni, a conferma della sacralità del sito, dove ogni anno si ricorda, tra l’altro, la battaglia di Pasqua, una delle più significative delle molte combattute in Appennino contro gli invasori tedeschi e in cui sei combattenti per la libertà, sostenuti da grande coraggio e una forte idealità, sacrificarono la loro vita per la nascita di un mondo migliore.
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28/10/2024
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it