BOLOGNA - Le piccole e medie imprese sono espressione della società. Rappresentano la laboriosità, la passione e talvolta il cuore di chi le ha fondate e di chi, ogni giorno, le anima.
Confimi Emilia è molto attenta al rapporto col territorio, con la comunità, con chi spende tempo ed energie per avvalorare la tesi che domani sarà meglio di oggi.
Fondazione ANT – la più ampia realtà non profit italiana per le attività gratuite di assistenza medica domiciliare ai malati di tumore e di prevenzione oncologica - è una delle onlus che Confimi segue e coinvolge con maggiore frequenza, in virtù di una collaborazione stretta tra mondo del nostro manifatturiero e la Onlus. Abbiamo incontrato Raffaella Pannuti, presidente di Fondazione ANT per meglio capire come possiamo fare per sostenere e per aiutare questa importantissima realtà. Il presidente Pino Flamini, a capo della territoriale di Bologna, ha commentato così l'operato di ANT sul territorio: "Le pmi hanno il dovere di aiutare chi lotta per difendere la vita, ANT è una grande alleata di chi crede in un futuro migliore. Mi sento in dovere di spendere una parte del mio tempo per riflettere su quanto possiamo fare per chi, ogni giorno, lavora per costruire. Sono certo che il mondo delle pmi prenderà a cuore questa battaglia al fianco degli amici di ANT"
Salve presidente, come giudica questa particolare amicizia con Confimi e col mondo del manifatturiero?
La nostra Fondazione è nata esattamente 40 anni fa dalla visione di mio padre, l'oncologo Franco Pannuti: portare assistenza medica nelle case di chi è colpito dal tumore. Se questa visione è diventata oggi una realtà capace di portare cure gratuite al domicilio di 10.000 persone ogni anno e offrire ai cittadini, senza spese per loro, oltre 20.000 visite di prevenzione, lo dobbiamo anche alla sensibilità delle piccole e medie aziende che ci sono state vicine, hanno sposato la nostra mission e ci hanno sostenuto, visione dopo visione.
ANT è una grande famiglia, sono centinaia le persone che collaborano con voi.
ANT è soprattutto i suoi assistiti, quelle 125 mila famiglie che in questi anni hanno ricevuto l’assistenza delle nostre équipe. Attorno a loro si concentra il lavoro quotidiano del nostro personale sanitario, le attività dei nostri volontari che attraverso la raccolta fondi e le attività logistiche rendono sostenibile economicamente il nostro progetto, la generosità dei donatori, siano essi privati cittadini o aziende, che restituiscono valore alla società attraverso le loro donazioni.
ANT è una valorosa alleata della vita. In che modo una piccola-media impresa può aiutare la vostra attività?
Da sempre ci battiamo perché nessuno sia lasciato solo e venga garantita a tutti la dignità della vita: al paziente che affronta la malattia oncologica, al familiare che gli sta accanto, alla persona che magari non ha risorse economiche sufficienti per fare visite di prevenzione. Le imprese possono aiutarci in molti modi, sostenendo il lavoro del nostro personale sanitario, offrendo ai propri dipendenti visite per la diagnosi precoce attraverso i nostri specialisti, mettendo a nostra disposizione know how e competenze.
Quali sono i problemi che più vi rallentano?
Il modello assistenziale ANT ha raggiunto un ottimo livello di efficienza e sostenibilità, siamo anche certificati ISO 9001:2015. Lavoriamo con impegno per migliorare il rapporto con il servizio pubblico che per il momento ci sostiene, a livello nazionale, solo per un 15%.
Come giudica il rapporto di ANT con il territorio, con la gente d'Emilia?
Siamo nati qui e da questa terra dove il pragmatismo va a braccetto con la capacità di immaginare il futuro, abbiamo ereditato l’idea di voler fare la differenza nella vita delle persone.
Da quanto tempo dedica energie alla onlus? Dove trova la forza per continuare?
ANT è nata da un’idea di mio padre, il professor Franco Pannuti e l’ho sempre considerata l’altra mia sorella. Molti ricordi di quando ero piccola sono legati alla sua crescita e molte persone che sono passate da casa mia si sono trovate grazie all’entusiasmo che l’idea dell’Eubiosia, la dignità della vita, suscitava nei loro animi. Amo definirmi “garante dell’Eubiosia”, l’idea che tutti possano vivere la propria vita, anche durante la malattia, in piena dignità
Pino Flamini, presidente di Confimi Bologna, ha sempre partecipato con grande entusiasmo alle vostre iniziative. Cosa ci dice al riguardo?
L'amicizia con Pino viene da lontano e questo è ciò che differenzia la "carità" dalla "solidarietà": la prima è occasionale, la seconda è continuativa e animata da un sentimento profondo di condivisione di un progetto.
In chiusura, cosa si sente di dire a tutti gli imprenditori del territorio?
La prima cosa che mi sento di dire è: grazie per essere stati vicini nel passato ai laoratori e ai cittadini tramite ANT. La seconda cosa che voglio dire è: continuate ad amare ANT nel futuro!
In allegato una foto di Pino Flamini con Raffaella Pannuti
23/07/2018
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it