Anche il territorio della zona ceramiche è particolarmente colpito dall’emergenza siccità: ne
parliamo con la Vicepresidente della Bonifica Emilia Centrale, Dottoressa Arianna Alberici.
-Vicepresidente qual è la situazione relativamente all’attuale emergenza idrica nella
valle del Secchia?
Normalmente il Secchia è alimentato oltre che dalle precipitazioni e dagli affluenti anche dai bacini idroelettrici di due centrali Enel di Farneta e Predare in comune di Ligonchio. Quest’ultimo contributo è stato possibile grazie alla collaborazione che abbiamo instaurato recentemente con Enel grazie alla intermediazione della Regione. A causa della situazione attuale estrema, una centrale è ferma perché uno dei due bacini è asciutto inoltre a monte le fonti del Secchia sono in sofferenza. Unico ristoro rigenerativo del Secchia paiono essere le acque delle fonti di Poiano. Vista la grande sete delle campagne intorno riusciamo ancora a distribuire (a settimane alterne con la provincia di Modena) 1000 litri al secondo per tutte le 24H destinate appunto alle aziende agricole che ne fanno richiesta. Importante in questa fase cercare di salvare le eccellenze alimentari del nostro territorio. Fino ad ora siamo riusciti a gestire discretamente la situazione. Purtroppo però se continueranno queste temperature e queste condizioni climatiche bisognerà valutare un’ulteriore diminuzione della portata giacché ormai il letto di ghiaia del Secchia può essere paragonato a una pietraia ardente".
-L’attuale stato di siccità ha alcune delle sue cause nelle particolari condizioni metereologiche diquesti mesi, ma non pensa che sia anche causa di criticità che vengon da lontano?
"Penso ad esempio alle perdite d’acqua nella rete, al tema controverso di Dighe e Invasi, allo scarso livello di coordinamento tra gli Enti preposti.
Certamente le condizioni climatiche attuali hanno determinato uno scenario fortemente avverso e
non si può nascondere che alcuni nodi sono irrisolti da troppo tempo: penso ad esempio al tema degli invasi. Tuttavia molto è stato fatto sul piano delle collaborazioni interistituzionali come ho già sottolineato a proposito ad esempio del rapporto con Enel ma anche con altri Enti tra i quali primo il Consorzio di Bonifica Burana (grande collaborazione sia a livelli di guardiani che di uffici). Anche dal punto di vista dell’ottimizzazione della rete è opportuno precisare che la Bonifica gestisce in
tutto il comprensorio un reticolo vasto composto da più di 3500 canali. I canali possono essere
utilizzati per l’irrigazione a servizio dell’agricoltura, per lo scolo a servizio di privati e aziende, o a uso promiscuo con entrambe le funzioni. Lo scorrere dell’acqua a cielo aperto nei canali determina da un lato evapotraspirazione edall’altro certamente infiltrazioni a livello di subalveo ma l’acqua non è persa: ne trae beneficio la falda (vanno a rigenerare le falde di subalveo che mantengono vivi i pozzi).
- Nel dettaglio cosa può fare e cosa sta facendo la Bonifica per fronteggiare l’attuale crisi idrica?
"Oltre a continuare a migliorare la costante ottimizzazione manutentiva della rete deve reperire, come ha recentemente fatto con progetti europei come Life AgriCOlture, risorse in grado di
garantire una gestione circolare dell’agricoltura e del territorio in generale preservando le falde e aumentando gli stoccaggi idrici. Inoltre ogni anno, per quanto riguarda nello specifico la val
Secchia, a seconda della disponibilità di Bilancio, cerca di procedere a tombamenti irrigatori con finalità di risparmio idrico: in pratica sostituire i distributori in terra con tubazioni in Pvc che danno maggiori garanzie rispetto alla tenuta delle rive e alla impermeabilità. Vorrei infine esprimere il mio più sincero ringraziamento a tutto il personale del Consorzio della Bonifica Emilia Centrale che si sta prodigando per far fronte a questo difficile momento nell’interesse di tutta la comunità emiliana".
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17/07/2022
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it