ZONA CERAMICHE La Regione Emilia-Romagna e la Comunidad Valenciana incontrano le imprese ceramiche per una transizione energetica sostenibile. I due distretti ceramici di Sassuolo e Castellon de la Plana sono i più importanti insediamenti della filiera ceramica europea e realizzano un fatturato nell’ordine dei 9 miliardi di euro, generando un'occupazione diretta superiore ai 35.000 addetti, che si raddoppia almeno considerando l'indotto di un settore che si caratterizza per l’elevata intensità di capitale e di investimenti.
L'incontro tra i vertici delle istituzioni regionali e le rispettive Associazioni della ceramica – Confindustria Ceramica ed ASCER - è stato l'occasione per rimarcare i valori di salubrità e durabilità dei prodotti ceramici per un'edilizia sostenibile, così come per guardare insieme alle sfide che attendono le imprese ceramiche di fronte agli obiettivi del Green Deal europeo, continuando ad assicurare competitività e occupazione di qualità sul territorio.
Il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha affermato che “In Emilia-Romagna il settore manifatturiero rappresenta un’eccellenza di livello internazionale e quello ceramico è uno dei comparti più importanti. Per noi la Spagna è un partner importantissimo, abbiamo relazioni consolidate e rilevanti che vogliamo mantenere. Con queste premesse, il nostro auspicio è che si possa fare squadra per incidere di più a livello europeo e nazionale per salvaguardare un settore che altrimenti rischia di vedere compromessa la propria competitività e capacità di investire, con un conseguente pericolo di perdita di posti di lavoro. Conseguenze che non possiamo permetterci in un contesto già reso drammatico dalla pandemia in atto”.
Ximo Puig, Presidente della Comunidad Valenciana, dopo aver ringraziato il collega Stefano Bonaccini per aver voluto ed organizzato questo incontro, ha sottolineato “l’importanza nel lavorare assieme per realizzare una transizione ecologica adeguata. L’industria ceramica è un settore che ha lavorato sempre per la sostenibilità, ma è necessario fare ulteriori passi avanti nel segno della competitività, senza dimenticare anche di innalzare ulteriormente la produttività delle industrie. Sono d’accordo nel fare una alleanza tra le Regioni e le loro industrie ceramiche presenti nei territori, con l’obiettivo di meglio rappresentare le nostre istanze in Europa salvaguardando nel contempo una occupazione di qualità”.
"Il nostro settore esporta oltre l'85% del proprio fatturato e gli standard europei sono di gran lunga i più rigorosi al mondo – ha dichiarato Giovanni Savorani, Presidente di Confindustria Ceramica -. Per mantenere la competitività internazionale, è fondamentale che le nostre imprese non vengano penalizzate da costi della direttiva Emission Trading, che portano vantaggi unicamente alle speculazioni finanziarie. Altrettanto importante in questa fase è che il nostro settore venga compreso nella lista prevista dalla stessa direttiva ETS dei settori ammessi alla compensazione dei costi indiretti, dalla quale è stato ingiustamente escluso dalla Commissione UE. Oggi sappiamo di poter contare sull'appoggio delle nostre Istituzioni regionali per poter affrontare le sfide della transizione energetica in Europa, evitando di favorire produzioni ceramiche realizzate in altre aree e con maggiori emissioni di carbonio”.
Una relazione ancora più stretta con l’Europa è stata al centro della riflessione del Presidente di ASCER Vicente Nomdedeu. “È bene ricordare che tutte le importazioni di ceramica prodotta al di fuori dell’Unione Europea non sono sottoposte ad un sistema ETS con conseguente improprio vantaggio concorrenziale. In una logica di reciprocità, sarebbe utile che anche le esportazioni extra UE di ceramica europea non conteggiassero l’onere degli ETS. Il sistema ETS deve considerare la situazione economica del momento, arrivando ad essere ridotto o sospeso qualora le aziende si trovino in una situazione di difficoltà straordinaria. È poi necessario che la decarbonizzazione avvenga nei giusti tempi, tenendo conto del livello di maturità delle tecnologie disponibili perché se non si può ulteriormente migliorare ETS diventa una tassa sui fattori di produzione. È infine importante che si realizzi un piano di incentivazione che permetta alle aziende di compensare i diritti dell’anidride carbonica: politica industriale ed energetica sono strategie che debbono andare assieme”.
“Da parte nostra – ha sostenuto Vincenzo Colla, Assessore Regionale alle Attività Produttive, Lavoro e Green – c’è piena disponibilità a collaborare e fare squadra. È necessario salvaguardare un settore strategico, che rappresenta anche un indotto economico e un volano di tecnologia e innovazione per i rispettivi territori. Dunque è sacrosanto lavorare per una transizione ambientale, ma a patto che il merito accompagni il valore economico aggiunto e non lo penalizzi. In questo scenario è necessario che l’Europa riconosca chi ha fatto grandi investimenti come l’industria ceramica e chi ha la forza di investire green, ma questi processi vanno accompagnati. Altrimenti rischiamo di perdere settori strategici”.
Joan Calabuig, Assessore Regionale all’Europa ed alle Relazioni Internazionali, ha ricordato come le industrie ceramiche italiana e spagnola siano realtà forti, con grande capacità di occupazione, che condividono l’obiettivo della neutralità climatica e che sono consapevoli delle necessità di andare verso una transizione ecologica, ma cercando di capire cosa realmente si può fare. Sono trent’anni che è stato firmato il protocollo tra la Comunidad Valenciana e la Regione Emilia-Romagna, testimonianza della volontà di lavorare assieme sia nel passato che anche nel futuro prossimo. In questo noi crediamo che le due regioni, supportate dalle rispettive industrie, possano dialogare con i massimi livelli della Commissione Europea al fine di ottenere i risultati auspicati”.
18/03/2021
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it