Reggio Emilia. Contro le truffe agli anziani si stanno svolgendo una serie di iniziative e di campagne di informazione. In particolare il Generale di Corpo d'Armata Carmine ADINOLFI, comandante del comando interregionale carabinieri di Padova, ha inviato un comunicato allegato. Al riguardo a Reggio Emilia, per dare piena aderenza alle indicazione de Generale ADINOLFI, nei giorni scorsi il comandante Provinciale dei Carabinieri di Reggio Emilia Colonnello Antonino BUDA, ha incontrato il vescovo della Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla, Monsignor Massimo CAMISASCA, con il quale ha concordato l’avvio di un’intensa e capillare attività di prevenzione finalizzata a far giungere le preziose informazioni nelle case dei più deboli. Nel dettaglio tutti i sacerdoti in forza alla diocesi reggiana unitamente a tutti i comandanti delle stazioni carabinieri della Provincia saranno uniti nel diramare il messaggio di allerta a tutti gli anziani affinché l’informazione preventiva giunga in tutte le case. L’omelia sarà ad esempio l’occasione per partecipare i fedeli dei rischi che si corrono ad aprire la porta agli sconosciuti che con qualsiasi vile comportamento cercano di carpire la fiducia degli anziani per spogliarli dei loro averi. Arma e Chiesa quindi in campo contro i “vigliacchi” che non esitano a esercitare vere e proprie aggressioni psicologiche nei confronti degli anziani pur di sottrarre i pochi risparmi di una vita spesso condotta in solitudine. Una prima intesa a quella tra Chiesa e Carabinieri che presto nel reggiano vedrà anche la chiamata in causa dei Sindaci e dei carabinieri in congedo. Il fine è “costruire” un fronte preventivo senza precedenti per cercare di arginare con effetto immediato questo vile reato. Il tutto fermo restando le attività investigative che anche a Reggio Emilia i carabinieri stanno conducendo per assicurare alla giustizia questi ignobili criminali.
"È ormai da tempo che gli organi di informazione riportano sempre più frequentemente
notizie concernenti l'odioso fenomeno delle truffe agli anziani. Il vile comportamento dei
"truffatori", in prevalenza provenienti dall'area napoletana, si concretizza, di solito:
- nell’individuare preventivamente le potenziali vittime, generalmente persone anziane
sole, deboli dal punto di vista psicologico e, pertanto, non in condizioni di difendersi;
- nel raccogliere, allo scopo, notizie sul loro conto nei luoghi di interesse, per poi
utilizzarle nel condurre l'approccio truffaldino;
- nel presentarsi come "appartenenti" alIe Forze di Polizia o anche ad altri Enti (tecnici
del gas, dell'Enel, delle Poste, delle Agenzie delle entrale, etc ... ) e, in alcuni casi, come
Avvocati e Funzionari di Enti Pubblici;
- simulando "emergenze" con coinvolgimento di congiunti degli anziani (es. incidenti
stradali), per le quali assicurano interventi risolutivi previa consegna di adeguate
somme di denaro, asseritamente necessario per le relative spese.
I soggetti in questione, abilissimi nel proporsi e bene organizzati dal punto di vista
operativo, spesso riescono con tali ignobili comportamenti a sottrarre, alle povere vittime,
non in grado di valutare o di reagire, diverse migliaia di euro, o anche preziosi in oro, con
un danno incalcolabile non tanto e non solo sul piano patrimoniale, quanto su quello
morale, affettivo e psicologico.
Si tratta infatti di "vigliacchi" che non esitano a esercitare vere aggressioni psicologiche
nei confronti di soggetti deboli, di fare leva sui loro affetti e sentimenti, o di violarne la
privacy in casa, di incutere timori e usare talvolta violenze pur di sottrarre i pochi risparmi
di una vita, spesso condotta in solitudine.
La tecnica è, in sintesi, quella dell'uso di "artifizi e raggiri" utilizzata con la consapevole
certezza che il povero anziano scelto come vittima non avrà nessuna capacità, né
possibilità di evitare di cadere nella trappola, né di reagire. A fronte del rilevante danno sociale prodotto dal reato in questione, l'art. 640 c.p., che
disciplina la "truffa", prevede sanzioni che, seppure in presenza di aggravanti previste
dall'art. 61 n.5 C.p. non consentono alle Forze di Polizia ed ai Magistrati di intervenire
con la necessaria efficacia.
L'Emilia Romagna è una delle regioni più esposte con un’evidente azione di pendolarismo
dei malviventi in questione che, peraltro con intelligenza deviata, hanno scelto non a caso
un 'attività criminosa che, con minimo rischio, consente loro di realizzare facili proventi
illeciti.
Neppure l'eventuale configurazione di un "'associazione", tutta da dimostrare, garantisce
l'adozione di provvedimenti più incisivi sul piano penale.
A fronte di tale gravissima situazione, destinata a peggiorare, i Carabinieri del Comando
Interregionale "Vittorio Veneto" hanno avviato un'intensa e capillare attività di
prevenzione, con la collaborazione dei Sindaci, dei Parroci e dei colleghi in congedo.
L'importante iniziativa, particolarmente curata nelle Regioni più colpite (nel Centro -
Nord Italia), sta dando buoni risultati.
Ma essa resta non sufficiente, poiché non sempre la preziosa informazione de Il' Arma
giunge nelle case delle persone più deboli e spesso gli interessati non sono in grado di
recepirne il messaggio.
Ci domandiamo allora cosa fare.
Certamente è utile parlare sempre più del fenomeno - anche con i ragazzi nelle scuole - o
con la collaborazione degli organi di informazione. È evidente che i Familiari devono fare
la loro parte dando il necessario sostegno ai congiunti esposti ed evitando che tengano
denaro in casa.
Per comprendere meglio il delicato problema occorre immaginare che ad essere colpito
da così vili aggressioni possa essere prima o poi anche un nostro congiunto.
Allora, forse, tutti capiremo che c'è un grave fenomeno da risolvere subito e con
provvedimenti più incisivi sul piano penale.
Alla solitudine di tanti anziani non si può unire l'amarezza del raggiro!"
Gen. C. A Carmine Adinolfi
14/09/2016
Autore:
Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it